forestiero che vai cercando la pace al crepuscolo, 
la troverai alla fine della strada. (F. Battiato)

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I SENTIERI DELL' ESSERE
Le mille Vie della Spiritualità
I SENTIERI DELL' ESSERE
LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan:
C'è una pratica che le persone debbano seguire?
Dong Shan rispose:
quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
Sai essere freccia, arco, bersaglio?
<b>Sai essere freccia, arco, bersaglio?

Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Conosci la sequenza delle costellazioni?
La fusione dell'idrogeno in elio?
Sai misurare la tua integrità?
Se rispondi
Avrai l'immortalità.

Laura Scottini

MEDITAZIONE TAOISTA
<b>MEDITAZIONE TAOISTA </b>





 

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.

 

IL VUOTO CHE DANZA
IL VUOTO CHE DANZA










di H.W.L. Poonja


Rimani ciò che sei ovunque tu sei.
Se fai così, saprai immediatamente
di essere Quello che hai cercato
per milioni di anni.

Non c'è ricerca,
perchè si cerca solo qualcosa che si è perso.
ma quando niente è andato perduto
non ha senso
cercare qualcosa.

Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

per tre motici la ricerca e la pratica
sono follie fuorvianti
sono l'inganno della mente
per posporre la libertà.
Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI

di Maurizio Di Gregorio

Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici. 
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA

di Ervin Laszlo

Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
I FIGLI DELLA LUCE
I FIGLI DELLA LUCE




 


I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
Continua...
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA

di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua... 
SULL'ANARCHIA BUDDISTA
SULL'ANARCHIA BUDDISTA di Gary Snyder

Da un punto di vista buddista, l'ignoranza che si proietta nella paura e nel vano appetito impediscono la manifestazione naturale. Storicamente, i filosofi buddisti non hanno saputo analizzare fino a che punto l'ignoranza e la sofferenza erano dovuti o favoriti da fattori sociali, considerando il timore e il desiderio come fatti intrinseci alla condizione umana. Così, la filosofia buddista si interessò principalmente alla teoria della conoscenza e la psicologia fu svantaggiata, per dare più spazio allo studio dei problemi storici e sociologici. Anche il buddismo Mahayana possiede un'ampia visione della salvezza universale, la sua realizzazione effettiva si è concretizzata nello sviluppo di sistemi pratici di meditazione per liberare a una minoranza di individui da blocchi psicologici e condizionamenti culturali. Il buddismo istituzionale è stato chiaramente disposto ad accettare o a ignorare le disuguaglianze e le tirannie sotto il sistema politico che vigeva. È stata come la morte del buddismo, posto che è comunque la morte che riesce a far comprendere il significato della compassione. La saggezza senza compassione non sente dolore.
Continua...
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I 24 MAESTRI DI DATTATREYA


I ventiquattro Maestri di Dattatreya
 
O Signore Dattatreya!
Trimurti Avatara!
Figlio di Anasuya e Atri!
Tu sei l’Adi-Guru 1
Dei Sannyasin.
Tu sei l’incarnazione della Tyaga.2
Tu sei un Avadhuta 3
Dattrateya Dattrateya Pahimam 4
Datta Guru Datta Guru Rakshamam 5
 
Anasuya è generalmente considerata il modello della castità ed era la moglie di Atri Maharshi, un grande saggio e uno dei Sapta Rishi. Aveva piena padronanza del Pativrata Dharma. Serviva suo marito con intensa devozione. Aveva fatto delle Tapas molto intense al fine di avere dei figli dello stesso livello di Brahma, Vishnu e Siva.

Una volta Narada portò a Saraswati una piccola palla di ferro, della misura di una lenticchia, e le disse: “Per favore Saraswati Devi! Per favore friggi questa piccola palla di ferro per me, così potrò mangiarla durante il mio viaggio.” Saraswati rise e disse: “O Rishi Narada! Come è possibile friggere una palla di ferro? Come è possibile mangiarla?” Poi Narada andò da Mahalakshmi e da Parvati e chiese loro di friggere la piccola palla di ferro. Anche loro risero di Narada Rishi. Allora Narada disse: “O Devi! Vedete, la farò friggere da Anasuya, la moglie di Atri Maharshi, una grande Pativrati 6 che vive sul piano terrestre.”
 
Il potere della castità di Anasuya
 
Allora Narada venne da Anasuya e le chiese di friggere la lenticchia di ferro. Anasuya mise la pallina di ferro in una padella, meditò sulla forma di suo marito e aggiunse poche gocce d’acqua che erano state usate per lavare i piedi di suo marito. La pallina di ferro fu fritta in un istante. Narada andò da Saraswati, Lakshmi e Parvati, mangiò davanti a loro la lenticchia di ferro fritta e ne diede un pochino anche a loro. Lodò con forza la gloria di Anasuya e la sua castità. Quindi Narada decise di esaudire il desiderio di Anasuya di avere dei figli che eguagliassero Brahma, Vishnu e Siva.

Disse a Saraswati, Lakshmi e Parvati: “Anche voi avreste potuto friggere questa pallina di ferro, se solo aveste servito i vostri mariti con fede, sincerità e devozione. Chiedete ai vostri mariti di mettere alla prova il Pativrata Dharma di Anusaya.”
Così Saraswati, Lakshmi e Parvati chiesero ai loro mariti di mettere alla prova il Pativrata Dharma di Anusaya, moglie di Atri, e di chiederle di offrir loro il Nirvana Bhiksha, ovvero di fare delle offerte completamente nuda.

Le Trimurti, grazie alla loro Jnana Drishti vennero a sapere dell’azione di Narada, delle sue Tapas e del desiderio di Anasuya. Essi acconsentirono. Le Trimurti si vestirono come dei Sannyasin, apparvero al cospetto di Anasuya e le chiesero di dar loro Nirvana Bhiksha. Anasuya era in un grande dilemma. Non poteva dire di no ai Bhikshu. Ma doveva al contempo mantenere il suo Pativrata Dharma. Meditò sulla forma di suo marito, prese rifugio ai suoi piedi e spruzzò sui tre Sannyasin alcune gocce dell’acqua che era stata usata per lavare i piedi di suo marito. A causa della gloria dell’acqua Charanmrita 7, le Trimurti si trasformarono in tre bambini piccoli. Allo stesso tempo il seno di Anasuya cominciò a gonfiarsi di latte. Pensò che quei bambini fossero i suoi figli, li allattò e li mise nella culla. Aspettava con ansia il ritorno del marito che era andato a fare un bagno.
 
L’Avatara del Signore Dattatreya
 
Non appena il Rishi Atri fu tornato a casa, Anasuya raccontò a suo marito tutto quello che era successo in sua assenza, mise i tre bambini ai suoi piedi e si prostrò a lui. Ma grazie alla sua visione divina, Atri già sapeva tutto. Abbracciò tutte e tre i bambini. I tre bambini divennero un unico bambino con due piedi, un tronco, tre teste e sei mani. Il Rishi Atri benedisse la moglie e la informò che le Trimurti stesse avevano assunto la forma di tre bambini per gratificare il suo desiderio.

Narada andò nel Brahma Loka, a Vaikunta e sul Kailash.8 e informò Saraswati, Lakshmi e Parvati che i loro mariti erano stati trasformati in bambini grazie al potere del Pativrata Dharma di Anusaya quando le avevano chiesto di dar loro il Nirvana Bhiksha, e che non sarebbero tornati finché le Devi non avessero chiesto ad Atri di effettuare Bhartri Bhiksha (il Bhiksha del marito). Saraswati, Lakshmi e Parvati assunsero la forma di normali donne, apparvero davanti ad Atri e chiesero il Pati Bhiksha: “O Rishi, gentilmente restituiscici i nostri mariti”. Il Rishi Atri onorò rispettosamente le tre signore e a mani giunte le pregò che il suo desiderio e il desiderio di Anusaya venissero esauditi. Allora le Trimurti apparvero ad Atri nella loro vera forma e dissero:” Questo bambino sarà un grande saggio secondo le tue parole e lo sarà altrettanto per noi, secondo il desiderio di Anusaya. Questo bambino porterà il nome di Dattatreya:” Quindi scomparvero.
 
Il più grande degli Avadhuta
 
Dattatreya divenne un uomo. Poiché aveva i raggi della Trimurti ed era un grande Jnani, tutti i Rishi e gli asceti lo veneravano. Era gentile, pacifico e affabile. Era sempre seguito da una grande moltitudine di gente. Dattatreya cercava di liberarsene, ma tutti i Suoi sforzi erano vani. Una volta, quando era circondato da molta gente, entrò in un fiume per fare il bagno e non ne uscì per tre giorni. Era entrato in Samadhi dentro l’acqua. Al terzo giorno, ne uscì e trovò che la gente era ancora seduta sulle rive del fiume ad aspettare il Suo ritorno.

Con questo sistema non riuscì a liberarsi della gente e adottò un altro piano. Con i Suoi poteri Yogici creò una bella ragazza e una bottiglia di vino. Uscì dall’acqua reggendo la ragazza con una mano e la bottiglia di vino con l’altra. La gente pensò che Dattatreya fosse sceso dal suo Yoga, così lo abbandonarono e se ne andarono.
Dattatreya gettò via tutte le Sue proprietà personali, persino i poveri abiti che aveva, e divenne un Avadhuta. Andò in giro a predicare e a insegnare le verità del Vedanta. Dattatreya insegnò la sua Gita, la Avadhuta Gita, al Signore Subrahmanya o Karttikeya. È un libro preziosissimo che contiene le verità e i segreti del Vedanta e le esperienze dirette della Realizzazione del Sé.
 
I Suoi ventiquattro Guru
 
Una volta, mentre Dattatreya vagava felicemente in una foresta, incontrò un re, Yadu, che, vedendolo così felice, gli chiese il segreto della Sua felicità e chi fosse il Suo Guru. Dattatreya rispose che il Suo solo Guru era l’Atman e, inoltre, che aveva imparato la saggezza da ventiquattro esseri e che essi pertanto erano i Suoi Guru.
Quindi Dattatreya disse i nomi dei Suoi ventiquattro Guru e parlò della saggezza che aveva imparato da ognuno di loro:
 “I nomi dei Miei ventiquattro insegnanti sono:
  1. Terra                            2.   Acqua                      3.   Aria
       4.   Fuoco                         5.   Cielo                        6.  Luna
       7.   Sole                            8.   Piccione                   9. Pitone
      10. Oceano                      11. Falena                     12. Ape
      13. Raccoglitore di miele  14. Elefante                   15. Cerbiatto
      16. Pesce                         17. La Ballerina Pingala 18. Corvo
      19. Bambino                     20. Ragazza                   21. Serpente
       22. Produttore di archi     23. Ragno                      24. Scarafaggio
 
  1. Dalla TERRA ho imparato la pazienza e a fare del bene agli altri, perché essa sopporta ogni offesa che l’uomo commette sulla sua superfice e tuttavia gli fa del bene producendo i raccolti, gli alberi ecc
  2. Dall’ACQUA ho imparato la qualità della purezza. Così come l’acqua pura pulisce gli altri, così il saggio, che è puro ed è libero da egoismo, lussuria, egocentrismo, ira, avidità ecc., purifica tutti coloro con cui entra in contatto.
  3. L’ARIA si muove sempre tra i vari oggetti, ma non si attacca mai ad alcuno di essi; così ho imparato dall’aria a non aver alcun attaccamento, benché mi muova tra molte persone nel mondo.
  4. Così come il FUOCO arde luminoso, così il saggio dovrebbe brillare della luce della sua conoscenza e delle sue Tapas.
  5. L’aria, le stelle, le nuvole ecc. sono tutte contenute nel CIELO, ma il cielo non entra in contatto con alcuno di loro. Ho imparato dal cielo che l’Atman, l’Anima, pervade tutto, eppure non ha nessun contatto con alcun oggetto.
  6. La LUNA in sé è sempre completa, ma apparentemente cresce e decresce a causa dell’ombra variabile che la Terra proietta sulla Luna. Da ciò ho imparato che l’Atman è sempre perfetto e immutabile e che sono solo le Upadhi, gli attributi limitanti, a proiettare ombra su di esso.
  7. Come il SOLE che si riflette in tanti vasi pieni di acqua appare come se fossero tanti riflessi diversi, così il Brahman appare diverso a causa delle Upadhi (i corpi) causate dal riflesso attraverso la mente. Questa è la lezione che ho imparato dal Sole.
  8. Una volta vidi una coppia di PICCIONI con i loro piccoli. Un uccellatore distese la rete e catturò i giovani uccelli. La madre era molto attaccata ai suoi piccoli. Non le interessava vivere, così cadde nella rete e fu catturata. Il piccione maschio era attaccato alla femmina, così anche lui cadde nella rete e fu catturato. Da ciò ho capito che l’attaccamento è la causa della schiavitù.
  9. Il PITONE non va in giro a cercare il suo cibo. È soddisfatto con quello che trova e rimane nello stesso posto. Da ciò ho imparato ad essere incurante del cibo e di essere contento con qualsiasi cosa che trovo da mangiare (Ajagara Vritti).
  10. Come l’OCEANO rimane impassibile anche se centinaia di fiumi vi entrano dentro, così l’uomo saggio dovrebbe rimanere impassibile tra i tanti tipi di tentazioni, difficoltà e problemi. Questa è la lezione che ho imparato dall’oceano.
  11. Come la FALENA, innamorata della brillantezza del fuoco, vi cade dentro e si brucia, così l’uomo passionale che si innamora di una bella ragazza è destinato a soffrire. Controllare il senso della vista e fissare la mente sul Sé è la lezione che ho imparato dalla falena.
  12. Come l’APE succhia il miele da diversi fiori e non da un solo fiore, anche io prendo solo un po’ di cibo da una casa e un po’ da un’altra e soddisfo la mia fame (Madhukari Bhiksha o Madhukari Vritti). Non sono un peso per il padrone di casa.
  13. Le api raccolgono il miele con tanta fatica, ma il RACCOGLITORE DI MIELE arriva e lo porta via facilmente. Analogamente, le persone accumulano ricchezze ed altro con gran difficoltà, ma in un attimo devono lasciare tutto e andarsene quando il Signore della Morte li afferra. Da questo ho imparato la lezione che è inutile accumulare le cose.
  14. L’ELEFANTE maschio, accecato dalla lussuria, cade in una buca coperta d’erba persino alla vista di un’elefantessa fatta di carta. Viene catturato, incatenato e torturato dal pungolo. Allo stesso modo l’uomo passionale cade nelle trappole delle donne e trova il dolore. Per questo bisognerebbe distruggere la lussuria. Questa è la lezione che ho imparato dall’elefante.
  15. Il CERBIATTO viene adescato e catturato dal cacciatore a causa del suo amore per la musica. Analogamente, l’uomo è attratto dalla musica delle donne di carattere licenzioso e condotto alla distruzione. Non si dovrebbero mai ascoltare canzoni lascive. Questa è la lezione che ho imparato dal cerbiatto.
  16. Come il PESCE che essendo avido di cibo diventa facilmente vittima dell’esca, così l’uomo avido di cibo, che permette al suo senso del gusto di prendere il sopravvento, perde la sua indipendenza e si rovina facilmente. Pertanto l’avidità per il cibo va distrutta. È la lezione che ho imparato dal pesce.
  17. C’era una BALLERINA di nome PINGALA che viveva nella città di Videha. Una sera era stanca di cercare clienti. Perse ogni speranza. Così si accontentò di quello che aveva e quindi dormì profondamente. Ho imparato da quella donna perduta che l’abbandono della speranza conduce all’appagamento.
  18. Un CORVO raccolse un pezzo di carne. Fu inseguito e picchiato dagli altri uccelli. Abbandonò il pezzo di carne e conseguì pace e riposo. Da questo ho imparato la lezione che un uomo nel mondo è sottoposto a ogni genere di problemi e di miserie quando corre dietro ai piaceri sensuali, e che diventa felice come l’uccello quando abbandona quegli stessi piaceri sensuali.
  19. Il BAMBINO che succhia il latte è libero da ogni preoccupazione e da ogni ansia ed è sempre allegro. Ho imparato la virtù dell’allegria dal bambino.
  20. I genitori di una RAGAZZA erano andati a cercare uno sposo adatto a lei. La ragazza era sola a casa. Durante l’assenza dei genitori arrivarono delle persone per vedere la ragazza riguardo a una offerta di matrimonio. Lei stessa ricevette il gruppo di persone. Entrò per battere il riso. Mentre lo faceva i bracciali su entrambi i polsi battevano emettendo un forte tintinnio. La ragazza saggiamente pensò: “Dal rumore dei bracciali queste persone capiranno che sto battendo il riso da me e che la mia famiglia è troppo povera per pagare qualcuno per fare il lavoro. Spezzerò tutti i bracciali eccetto due per ogni mano. Quindi ruppe tutti i bracciali eccetto due per ogni mano. Ma anche questi due bracciali facevano molto rumore. Ruppe un altro bracciale per ogni mano. Non ci fu più alcun rumore anche se continuava a battere. Dall’esperienza di questa ragazza ho imparato queste cose: vivere in mezzo a tanta gente crea discordia, disturbo, dispute e litigi. Anche tra due sole persone potrebbero esserci parole in eccesso o conflitti. L’asceta, il Sannyasin, dovrebbe restare da solo, in solitudine.
  21. Il SERPENTE non scava la sua tana. Vive nelle tane scavate da altri. Allo stesso modo, l’asceta, il Sannyasin, non dovrebbe costruire case per se stesso. Dovrebbe vivere nelle grotte e nei templi costruiti dagli altri. Questa è la lezione che ho imparato dal serpente.
  22. La mente di un PRODUTTORE DI ARCHI una volta era completamente assorta nel compito di affilare e raddrizzare una freccia. Mentre era così impegnato, passò un re davanti al suo negozio, con tutto il suo seguito. Dopo un po’ un uomo andò dall’artigiano e gli chiese se il re era passato davanti al suo negozio. L’artigiano rispose che non aveva notato nulla. Il fatto è che la mente dell’artigiano era interamente assorbita dal suo lavoro e non notava ciò che accadeva fuori dalla sua bottega. Dall’artigiano ho imparato la qualità dell’intensa concentrazione della mente.
  23. Con la bocca il RAGNO produce dei lunghi fili che vengono intrecciati per formare la ragnatela e rimane impigliato nella rete che esso stesso ha costruito. Allo stesso modo, l’uomo costruisce una rete con le sue idee e vi rimane intrappolato. Pertanto l’uomo saggio dovrebbe abbandonare tutti i pensieri terreni e pensare soltanto al Brahman. Questa è la lezione che ho imparato dal ragno.
  24. Il Bhringi o SCARAFAGGIO cattura un verme, lo mette nel suo nido e lo punzecchia. Il povero verme, temendo sempre il ritorno dello scarafaggio e della puntura, pensa costantemente allo scarafaggio, e così diventa uno scarafaggio esso stesso. Qualsiasi forma sia costantemente nella mente di un uomo, nel corso della vita egli assumerà quella forma. Un uomo diventa ciò che pensa. Ho imparato dallo scarafaggio e dal verme a diventare io stesso Atman, contemplando costantemente la sua essenza e così abbandonare tutti gli attaccamenti al corpo per conseguire Moksha, la Liberazione.”
 
Il re rimase molto impressionato dagli insegnamenti di Dattatreya. Abbandonò il mondo e praticò una costante meditazione sul Sé.
Dattatreya era assolutamente libero da intolleranza e pregiudizi di ogni tipo. Imparava la saggezza da qualsiasi fonte provenisse. Tutti i cercatori di Saggezza dovrebbero seguire l’esempio di Dattatreya.
 
 
Swami Sivananda
 Da Hindu Gods and Goddesses
 

Note nel testo:
1 Primo Guru
2  Più o meno sinonimo di Sannyas, la rinuncia al mondo
3 Una persona che ha raggiunto il massimo grado di ascetismo
4 Aiutami
5 Proteggimi
6 È il voto che fa una donna di essere fedele e di proteggere il marito
7 Letteralmente: piedi-ambrosia. In questo caso, acqua santificata dal contatto con i piedi di un essere divino
8 Rispettivamente, le residenze di Brahma, Vishnu e Siva e delle loro consorti
 
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05 APRILE 2019 BOLOGNA - MEDITAZIONE - L'ESPERIENZA DEL RAJA YOGA
17 APRILE 2019 MILANO - CELEBRAZIONE EQUINOZIO DI PRIMAVERA E MEDITAZIONE DELLA PASQUA
13 - 14 APRILE CANTAGALLO (PO) - TEMPIO INTERIORE - SEMINARIO DI DANZA SUFI
13 - 14 APRILE 2019 FIRENZE - WORKSHOP LA SAGGEZZA DEL CUORE - PER INSEGNANTI E GENITORI
02 APRILE 2019 MILANO - IL POTERE DELL INTUIZIONE
14 APRILE 2019 MILANO - IMPARIAMO AD INTERPRETARE SEGNI E COINCIDENZE - CON GIAN MARCO BRAGADIN
05 APRILE 2019 PERUGIA - MEDITAZIONE E ARTE
25 - 28 APRILE 2019 GROSSETO - SEMINARIO DI ASCOLTO DI SE CON IL RESPIRO
27 APRILE 2019 FIRENZE - HO OPONOPONO IL SEGRETO HAWAIANO
27 - 28 APRILE 2019 MONTELUPO FIORENTINO - CORSO DI COSTELLAZIONI FAMILIARI E SISTEMICHE
25 - 26 - 27 - 28 APRILE 2019 BELLARIA IGEA MARINA (RN) - OSHOFESTIVAL 2019
06 APRILE 2019 ROMA - TRA LUCE E OMBRA - SEMINARIO ESPERIENZIALE
12 APRILE 2019 SAN PIETRO IN CERRO (PC) - LIBERA LE EMOZIONI
03 APRILE 2019 PRATO - L'UNIONE - I 12 PASSI DELL AMORE
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