Vivekananda lasciò l'Inghilterra il 16 dicembre 1896 e passando da Dover, Calais e il Monte Cenisio, completò il suo soggiorno in Europa con un breve viaggio in Italia.
Volle rendere omaggio all
'Ultima Cena di Leonardo da Vinci, a Milano e fu particolarmente toccato da Roma, che nella sua immaginazione occupava un posto paragonabile a Delhi.
Era costantemente colpito dalla somiglianza tra la Liturgia Cattolica e le cerimonie Indù; sensibile alla sua magnificenza, ne difese la bellezza simbolica ed il richiamo emotivo nei confronti degli Inglesi che lo accompagnavano.
Tutto gli ricordava l'India: la tonsura dei preti, il segno della croce, l'incenso, la musica. Vide nel Sacramento una forma del
Prasad vedico (l'offerta di cibo agli dei).
Fu toccato profondamente dal ricordo dei primi Cristiani e martiri nelle Catacombe, e condivise la tenera venerazione del popolo italiano per le immagini del Bambino e della Madonna, immagini che mai hanno cessato di dimorare nei suoi pensieri, come appare da tanti suoi discorsi in India e in America.
(Durante un soggiorno in Svizzera, Vivekananda si era trovato presso una cappella montana. Avendo raccolto dei fiori, li aveva posti ai piedi della Vergine dicendo: " Anche Lei è la Madre").
da “The Life of Vivekananda”