di Marina Greco
Leggendo biografie, saggi, autobiografie di personaggi che hanno lasciato un particolare segno nelle vicende terrene e sullo spirito dell'umanità vi sono sempre dei tratti salienti del loro carattere, della personalità, dei particolari dell'infanzia, delle esperienze vissute che sono molto simili fra di loro, come se esistesse un
"humus" di base, un denominatore comune, una sorta d'imprinting, una base di partenza, un'attrezzatura, un trampolino di lancio, un percorso obbligato che questi
esseri "speciali" devono percorrere per poi proseguire il proprio sentiero che li condurrà, per vie anche alquanto diverse tra loro, a risultati simili.
Alcune di queste caratteristiche comuni sono l'insaziabile voglia di sapere, conoscere, riflettere, l'incessante curiosità di sperimentare, il bisogno estremo di silenzio e solitudine, la consapevolezza di essere dei predestinati, privilegiati, di rispondere ad una "chiamata" alla quale non possono sottrarsi.
La presenza costante nella loro vita di problemi economici, fisici e sofferenze di vario genere, la compassione e compartecipazione per il dolore del mondo, la difficoltà di gestire i problemi pratici quotidiani del vivere normale.
La fermezza di carattere, il sentire di essere chiamati a svolgere uno scopo ben preciso. L'affermazione prioritaria della libertà e indipendenza, l'insofferenza verso qualsiasi imposizione esterna, il rigetto nell'accettazione acritica di dogmi. Il privilegiare la vita interiore, vivendo immersi in un altro mondo, al di fuori dei comportamenti standard, non seguendo le tradizioni, i costumi, le mode, la cultura imperante nella società in cui si trovano.
La melanconia o disperazione nel constatare la cecità di gran parte degli umani. Il fuoco interiore che serve loro per cercare di risvegliare il prossimo, riscattarlo, far sentire la gioia infinita, la bellezza indicibile, la perfetta armonia che tutto pervade.
[email protected]