L’altra metà dell’Italia sarebbero antirazzisti, quindi per definizione altruisti e favorevoli a dare una mano a tutti quelli che affogano nel Mediterraneo. I migranti hanno il diritto di vivere (come noi?) o comunque sopravvivere in ogni caso a guerre, crisi climatica, povertà. Dobbiamo quindi aprire i porti e le porte a tutti o comunque a tutti quelli che specie attraverso il Mediterraneo rischiano la vita per emigrare e vogliono sbarcare ( in Europa, non in Italia perlopiù). E naturalmente la libertà di muoversi sul pianeta non deve essere frustrata. Questa metà dell’Italia, che soffre l’emergenza ma non costruisce soluzioni vere non sembra sempre interessata a cosa succede prima, durante e dopo il viaggio a quelli che intraprendono l’avventura disperata dell’immigrazione irregolare.
La mia è ovviamente una palese forzatura delle posizioni, una lettura esagerata delle opinioni che dividono la società italiana e non solo quella. Però, grazie anche ad un sistema dei media che esaspera e banalizza tutto, queste appaiono le posizioni. Sono quelle su cui si fanno le crociate. Di cui si discute al bar e in tv. Su cui si decide quale partito sostenere. Su come comportarsi per la strada. Un’altra posizione non appare mai, quindi: o sei di qua o sei di là.Più o meno da 5-6 anni questo tema, che secondo me non sarebbe affatto fra quelli più drammatici se fosse gestito solo decentemente, è diventato una fra le principali emergenze nell’immaginario di molti. Ha occupato le prime pagine dei media costantemente, scalzato solo per qualche mese dal virus.
Oggi si ricomincia. Tema su cui si organizzano le crociate, si fanno le fortune elettorali di questo o di quello, qualche volta anche un bel po’ di soldi. Si organizzano risse furiose su FBK dove gli insulti volano come farfalle in un prato fiorito ( “sporco razzista” .. “schifoso nemico degli italiani “ .. e via così ). Si inventa un' invasione ( sarebbe un disegno voluto per cambiare la composizione etnica dell’Occidente! ). Oppure, dall’altro fronte, si sostiene che alcune centinaia di migliaia di irregolari e clandestini nel nostro paese entrati dal 2014 in poi non sono un problema ( e invece lo sono eccome, prima di tutto per loro stessi).
Di gran lunga il tema diventa il più discusso, rendendolo così ben più importante di tanti altri. Ad esempio del fatto che il timido programma di interventi sul clima di COP 21 di Parigi del 2015 è praticamente saltato è non c’è un piano B. Qualcuno, come Greta e alcuni altri giovani leader che emergono qua e là sul pianeta, senza guardare in faccia nessuno e lontani dal gioco della politica, ci ripetono, forse con troppo garbata rabbia, che non possiamo scoprire fra 10-15 anni che il piano B non c’è. E che siamo ( “saranno” quelli della generazione cento che vivrà il nostro secolo) letteralmente fottuti. Continua...