Al pari della teoria relativistica di Einstein o di quella psicoanalitica di Freud, la nuova scienza di cui Konrad Lorenz è l’iniziatore e che studia il comportamento animale con il metodo dell’analisi comparata, è entrata ormai stabilmente nella “coscienza collettiva” e nella cultura dell’Occidente. Opera di grande impegno, il presente volume è una vera “summa” del pensiero lorenziano, con la quale deve misurarsi anche solo chi voglia contestarne i risultati.
Nell’introduzione Lorenz illustra a grandi linee le direttrici dello sviluppo dell’etologia e le proprie posizioni teoriche. La prima parte del volume, dedicata agli aspetti metodologici, cerca di tracciare confini sicuri per lo studio comparato del comportamento e stabilisce regole rigorose, ma non intese rigidamente in un’accezione fisico-matematica.
E’ piuttosto il concetto di sistema, ossia di una unità funzionale indivisibile, che si rivela il più proficuo nello studio della natura. La parte conclusiva affronta le modificazioni del comportamento ottenute con l’apprendimento: se è vano il tentativo di spiegarle in un’unica teoria, come vorrebbero i behavioristi, è indubbio che anche in questi programmi aperti è presente una notevole quantità d’informazione acquisita filogeneticamente.
Accusato di eccessivo “innatismo”, Lorenz si difende con vigore. Qui, polemicamente, egli sorvola sugli aspetti del comportamento umano, ma i risultati di etologia animale che vengono illustrati sono di portata così generale che il riferimento è trasparente.
Il luminoso ma fragile edificio della nostra razionalità, sembra ammonire Lorenz, poggia su un terreno di istinti primordiali che abbiamo in comune con creature ben più primitive nella scala evolutiva, e con cui dobbiamo fare i conti.