Idee e Pratiche per una Vita Consapevole

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I SENTIERI DELL' ESSERE
Le mille Vie della Spiritualità
I SENTIERI DELL' ESSERE
LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan:
C'è una pratica che le persone debbano seguire?
Dong Shan rispose:
quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
Sai essere freccia, arco, bersaglio?
<b>Sai essere freccia, arco, bersaglio?

Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Conosci la sequenza delle costellazioni?
La fusione dell'idrogeno in elio?
Sai misurare la tua integrità?
Se rispondi
Avrai l'immortalità.

Laura Scottini

MEDITAZIONE TAOISTA
<b>MEDITAZIONE TAOISTA </b>





 

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.

 

IL VUOTO CHE DANZA
IL VUOTO CHE DANZA










di H.W.L. Poonja


Rimani ciò che sei ovunque tu sei.
Se fai così, saprai immediatamente
di essere Quello che hai cercato
per milioni di anni.

Non c'è ricerca,
perchè si cerca solo qualcosa che si è perso.
ma quando niente è andato perduto
non ha senso
cercare qualcosa.

Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

per tre motici la ricerca e la pratica
sono follie fuorvianti
sono l'inganno della mente
per posporre la libertà.
Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI

di Maurizio Di Gregorio

Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici. 
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA

di Ervin Laszlo

Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
I FIGLI DELLA LUCE
I FIGLI DELLA LUCE




 


I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
Continua...
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA

di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua... 
SULL'ANARCHIA BUDDISTA
SULL'ANARCHIA BUDDISTA di Gary Snyder

Da un punto di vista buddista, l'ignoranza che si proietta nella paura e nel vano appetito impediscono la manifestazione naturale. Storicamente, i filosofi buddisti non hanno saputo analizzare fino a che punto l'ignoranza e la sofferenza erano dovuti o favoriti da fattori sociali, considerando il timore e il desiderio come fatti intrinseci alla condizione umana. Così, la filosofia buddista si interessò principalmente alla teoria della conoscenza e la psicologia fu svantaggiata, per dare più spazio allo studio dei problemi storici e sociologici. Anche il buddismo Mahayana possiede un'ampia visione della salvezza universale, la sua realizzazione effettiva si è concretizzata nello sviluppo di sistemi pratici di meditazione per liberare a una minoranza di individui da blocchi psicologici e condizionamenti culturali. Il buddismo istituzionale è stato chiaramente disposto ad accettare o a ignorare le disuguaglianze e le tirannie sotto il sistema politico che vigeva. È stata come la morte del buddismo, posto che è comunque la morte che riesce a far comprendere il significato della compassione. La saggezza senza compassione non sente dolore.
Continua...
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Psicologie transpersonali


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AMORE E AMORE SPIRITUALE
AMORE E AMORE SPIRITUALE

di Roberto Assagioli

Nel nostro esame dei “raggi spirituali” che scendono nella personalità, abbiamo parlato del senso morale, della conoscenza e della bellezza. Oggi parleremo di un altro raggio importantissimo: l’AMORE.
 L’Amore è uno degli aspetti della vita più diffuso, uno dei sentimenti e delle attività più universali. Eppure è forse quello che è meno compreso, a riguardo del quale consistono ed esistono maggiori incomprensioni e confusioni, e vengono commessi gli errori più gravi, che sono fonte di molte complicazioni e sofferenze dolorose che travagliano la povera umanità. Quindi, è utile, anzi necessario, comprendere che cosa sia l’amore, per poi ben amare.
 Le confusioni e gli errori esistenti al riguardo non devono troppo meravigliare, se si pensa che l’amore ha origine, natura e funzioni cosmiche, e che spesso è qualcosa di travolgente, che domina e sopraffà l’individuo; qualcosa che ha manifestazioni interiori ed esteriori diversissime e apparentemente contraddittorie. Vi è infatti l’amore fisico e l’amore spirituale; vi è l’amore che desidera, che attira a sé, e che assorbe; vi è un amore che limita e asservisce, e un altro invece che amplifica e libera. Vi è un amore in cui l’individuo sembra perdersi; vi è un amore invece in cui sembra ritrovarsi. Per poter portare un po’ d’ordine e di luce in questa confusione e in questi contrasti, occorre inserire l’amore nella grande concezione spirituale della vita di cui abbiamo fatto cenno. Solo così si potrà penetrare in qualche misura il mistero.
 Ricordiamo - riferendola al nostro tema di oggi - questa concezione spirituale nelle sue grandi linee. Vi è un’unità originaria, non differenziata, l’assoluto, il trascendente, l’immanifesto. Da ciò è proceduta la manifestazione, la differenziazione che si può considerare la proiezione, l’emanazione e l’auto-obbiettivo del Supremo. Questo grande processo cosmico ha vari gradi. Il primo è quello della dualità; L’Uno diviene il due. Si produce così la prima fondamentale differenziazione di Spirito e materia; aspetto soggettivo e aspetto oggettivo; energia e resistenza, attività e passività, polo positivo e polo negativo, aspetto maschile e aspetto femminile. Finora si sta trattando del solo aspetto materia, oggettivo; si tratta quindi solo di qualcosa di indifferenziato, non della materia quale noi la conosciamo già differenziata. Si tratta proprio dell’aspetto originario primordiale, che si può chiamare rapporto fra i due.
Questi due grandi aspetti dell’essere non rimangono scissi, quasi indifferenti l’uno all’altro, ma avvengono degli scambi, delle azioni e reazioni, e l’effetto di questa attrazione vitale è la creazione, la manifestazione dell’universo quale noi la conosciamo, dell’universo cioè formato e concretato. Questo non si è formato in un attimo. Vi sono successive differenziazioni nel seno della creazione. Vi è stata l’oggettivazione dei piani, dei livelli di vita sempre più concreti e materiali, di stati di coscienza sempre più limitati. E a ogni livello, nuove e successive innumerevoli differenziazioni, fintanto che si è giunti allo stato attuale stato di divisione, di scissione, di dura separazione. Continua ...
ESPANSIONI DELLA COSCIENZA
ESPANSIONI DELLA COSCIENZA

di Roberto Assagioli

Attualmente, l’umanità si trova in uno stato di grave crisi collettiva e individuale: vi è un senso generale di insoddisfazione, di malcontento per la vita ordinaria; vi è la ricerca di qualcosa di diverso, di “altro”. Non occorre che insista su ciò, poiché la cosa è ben nota e si sta svolgendo continuamente sotto i nostri occhi. Questa ricerca di qualcos’altro, questa ribellione contro la vita ordinaria avviene in due modi, e in entrambi i casi tende e porta all’espansione della coscienza.
 Il primo porta all’accrescimento della conoscenza del mondo esterno, e soprattutto all’esplorazione, alla conquista e al dominio dello spazio, per opera dell’aviazione e dei voli spaziali. Parallelamente si svolgono le attività per dominare e usare tutte le forze della natura, fino alla potente energia intra-atomica.
 La seconda via per l’espansione della coscienza è quella della conoscenza del mondo interno, anzi dei mondi interni. Da qui, il crescente interesse per la psicologia e (soprattutto per l’esplorazione dell’inconscio) le indagini sulla natura delle energie psicologiche, sulle leggi che le regolano, e il loro uso e (frequente!) abuso.
 Perciò, abbiamo ritenuto opportuno tenere su questo argomento un Corso di lezioni, proponendoci di recare alcune chiarificazioni necessarie; di fare il punto sullo stato presente; di mostrare le direzioni e gli sviluppi in atto; di indicare le vie che si possono seguire, e le tecniche da usare. Oggi farò un’esposizione panoramica e delineerò un programma. Nelle lezioni successive i vari temi verranno svolti in modo più ampio e specifico. Gli allargamenti della coscienza possono avvenire in tre direzioni: 1. Verso il basso - 2. Orizzontalmente - 3. Verso l’alto. Continua...
 
MARTA E MARIA
MARTA E MARIA

di Roberto Assagioli 
 
“Ora, mentre essi erano in cammino, Egli (Gesù) entrò in un villaggio e una certa donna, per nome Marta, Lo ricevette in casa sua. Ella aveva una sorella chiamata Maria, la quale postasi a sedere ai piedi di Gesù, ascoltava le parole di Lui. Ma Marta era distratta dalle molte cure del servire a tavola e venne e disse: “Signore non T’importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma Gesù le rispose: “Marta, Marta, tu t’affanni e t’inquieti di molte cose, ma una cosa sola è necessaria, e Maria ha scelto la miglior parte che non le sarà tolta”.
(Luca, 10, 38-42).
Il Vangelo è stato chiamato “il libro non letto”. Certo esso è il libro generalmente non compreso e soprattutto non seguito. Se i sublimi precetti ivi contenuti fossero rettamente intesi e veramente praticati, la vita degli uomini presenterebbe un aspetto ben diverso.
Nell’attuale risveglio di aspirazioni spirituali - aspirazioni fervide e sincere, ma ancora alquanto confuse, ondeggianti e incerte intorno alle migliori vie da seguire, alle precise mete da proporsi - spesso si suole porre la questione se il Vangelo possa appagare in modo soddisfacente le esigenze delle anime moderne, oppure se queste abbiano bisogno di diverso cibo. Mentre da un lato vi è chi propugna un vero e semplice “ritorno al Vangelo” quale unico farmaco dei mali religiosi, morali e sociali che ci travagliano, dall’altro vi è chi si chiede addirittura (servendosi di un’espressione di cui fanno volentieri uso e abuso certi filosofi contemporanei) se il Vangelo non sia “superato”.
Che i valori etico-spirituali affermati ed esemplificati nel Vangelo abbiano carattere universale ed eterno, che essi rispondano a delle esigenze intime e perenni dell’animo umano, e che quindi non possano venire “superati” mi sembra così evidente da non richiedere dimostrazione. Merita invece più attento ed ampio esame la questione se il Vangelo possa rispondere a tutte le domande dell’uomo moderno, se possa appagare tutte le fami e tutte le seti della sua anima.
Non sono pochi coloro che ritengono sarebbe opportuna, anzi necessaria, un’integrazione del Vangelo con gli altri elementi di conoscenza e di azione spirituale - elementi che in parte si ritrovano nelle esperienze di antiche e lontane civiltà, negli insegnamenti di altre concezioni filosofico-religiose, e in parte sono invece il portato di nuovissimi sviluppi e conquiste dell’anima moderna. Con tale integrazione si potrebbe forse giungere a formare una grande sintesi di una ricchezza e di una universalità ancora non raggiunte nella storia. Ma non è mio proposito trattare qui tale questione.
 Vi ho accennato sia per proporla come una delle più fondamentali e attuali alla meditazione di tutti coloro che si occupano dei problemi dello Spirito, sia per avere occasione di far rilevare che anche coloro che ritengono necessaria l’integrazione suaccennata, sentono profondamente l’opportunità di riaccostarsi al Vangelo con animo puro, interpretandolo alla luce delle nostre nuove conoscenze per scoprirne le applicazioni ai problemi dell’ora, e soprattutto per tentare di attuarne in modo sempre meno imperfetto gli altissimi principi nella vita quotidiana. Continua...
COSCIENZA ASTRALE E COSCIENZA SPIRITUALE
COSCIENZA ASTRALE E COSCIENZA SPIRITUALE

di Roberto Assagioli

Il risveglio dell’anima non si presenta completo e puro, in molti casi l’anima si risveglia in modo graduale e incompleto: l’un aspetto o l’altro del risveglio si presenta dapprima vagamente, poi sparisce, e si ripresenta in seguito più netto, o unito ad altri aspetti.
Per alcuni il primo barlume è costituito da un’intuizione dell’unità del tutto, da un presentimento della grande armonia universale; per altri è invece un primo moto del cuore, uno spontaneo slancio d’amore per il Supremo; altri infine cominciano con un’accettazione e adesione della Volontà personale alla Volontà divina, un’offerta interiore di servire, di essere consci e fervidi cooperatori dell’attuazione del grande schema cosmico.
In molti altri casi poi, il risveglio dell’anima si svolge in modo semplice e schietto, ma viene complicato dall’intrecciarsi di esperienze psichiche d’altra natura.
Vi sono poi fenomeni e avvenimenti interiori che assomigliano assai sotto certi aspetti al risveglio dell’anima, ma che in realtà ne differiscono profondamente per origine, valore e conseguenza.
Il risveglio dell’anima nella sua purezza va considerato come un primo lampo di coscienza spirituale, e i caratteri del risveglio sono appunto i caratteri fondamentali della coscienza spirituale, unitiva o intuitiva, o buddhica. Ora vi sono anche altri stati di coscienza che sogliono venire confusi, tanto tra di loro quanto con la coscienza spirituale, e che vengono designati con l’espressione di coscienza cosmica, di coscienza astrale, di coscienza superiore, ecc.
Per ben comprendere la natura di tali stati di coscienza occorre richiamare alla memoria alcuni fatti e leggi concernenti la natura e il divenire dell’universo.
Anzitutto dobbiamo abbandonare la consueta concezione esteriore e materialistica della natura, dobbiamo riconoscere che nulla esiste nell’universo che non sia vibrante di vita e di coscienza, che ogni forma e ogni forza della natura sono la manifestazione di vere e proprie entità, e che queste entità sono in contatto di mente tra di loro, coordinate e subordinate in grandi gerarchie. Continua...
INCONTRO CON ROBERTO ASSAGIOLI
INCONTRO CON ROBERTO ASSAGIOLI

di Tilde Bozzo
 
La strada in salita è quella che porta a Fiesole. La casa che cerco è sulla destra. A sinistra, di fronte, un pendio verdissimo con piante d’alto fusto: un boschetto con ampi spazi, sereno.
Salgo al primo piano. Mi apre una donna sulla cinquantina che con un sorriso mi fa accomodare nel salotto d’attesa. Poltrone vecchie, diverse fra loro, messe in un cerchio talmente ristretto che per prendere posto bisogna scavalcarne una.
Al muro un bellissimo arazzo indiano con una scritta tradotta su un bigliettino appeso in centro: “Qualunque sia il motivo per cui tu sia venuto da me, io ti accolgo per quel motivo”.
Abbasso lo sguardo e mi meraviglia vedere su di una mensola le cianfrusaglie più disparate: un orribile cane di ceramica, due composizioni natalizie piene di ciuffi argentei, un abat-jour dal cappello vecchio e smunto e storto.
Entro nello studio di Roberto Assagioli. Dietro una scrivania del secolo scorso stracolma di fogli, opuscoli, ecc. (compreso un cigno di ceramica porta-qualcosa) sta lui.
Mi viene incontro con passo incerto. Piccolo, magro, vecchio, con la barbetta bianca, gli occhiali che non nascondono i suoi infiniti occhi dolci che mi guardano con interesse. Non si sa se fisicamente porta bene o male i suoi 84 anni.
Immediatamente capisco che questo non interessa, come non interessano più i suoi cani di ceramica, i suoi cigni, i suoi tristi abat-jours.
In un attimo penso: se è vero che cerchiamo di supplire con l’ordine e l’armonia esterna quella che ci manca internamente, lui non ne ha certo bisogno.
Legge la mia autobiografia. (È già molto sordo e questo è il modo migliore per comunicare i nostri pensieri). Poi si volta verso di me con la sua seggiola girevole e mi dice guardandomi diritto e dandomi la sua tenera mano segnata dall’artrosi: “Brava, brava, continui così, lavorando in se stessa. Ha visto che quando ha avuto bisogno ha trovato nella vita chi l’ha aiutata”. Continua...
IL MURO DI SILENZIO COME COSTRUTTORE DI PONTI
IL MURO DI SILENZIO COME COSTRUTTORE DI PONTI

di Petra Guggisberg Nocelli

"Dobbiamo essere poliglotti psicologicamente e spiritualmente, imparare a essere traduttori (..)” R. Assagioli
 (Riflessioni sull’uso del linguaggio, del silenzio e sull’emancipazione della mente dal pensiero letterale in Psicosintesi) 
CONCLUSIONI: Il “muro di silenzio” auspicato da Assagioli voleva originariamente senz’altro anche separare campi diversi di interesse e studio (quello scientifico, empirico della Psicosintesi da quello della spiritualità, della filosofia, dell’esoterismo e della religione), distinguere spazi e designare funzioni. Ma oggi possiamo forse provare a guardare questo muro in modo diverso, concentrando la nostra attenzione piuttosto sul materiale di cui esso è costituito: IL SILENZIO. Questo significa spostare l’accento dai contenuti che dovrebbero stare di qua o di là del muro, al tipo di atteggiamento interiore, di funzionamento mentale che il silenzio ci invita a coltivare nei confronti di ogni contenuto. Spostare cioè l’accento sul contenitore. 
Ecco allora che il “muro di silenzio” può divenire un preziosissimo strumento in grado di emancipare gli psicosintetisti e la Psicosintesi (ma non solo) dal pensiero letterale e un potente antidoto contro i suoi sempre attuali corollari: il fanatismo, il fondamentalismo, la separatività, l’incomunicabilità, il conflitto etc. È in una mente allenata al silenzio che possono germogliare quelle abilità che rendono uno psicosintetista un buon psicosintetista: l’essere poliglotta e abile traduttore.
RIFLESSIONE: Qualche settimana fa ho letto l’articolo di Piero Ferrucci intitolato “Sulla soglia del mistero” e quanto pubblicato in seguito da Marina Bernardi, “Riflessioni sulla Psicosintesi oggi”. Uno dei principali temi affrontati in questi due scritti é il rapporto che intercorre tra la Psicosintesi come concezione e prassi psicologica, educativa e (auto)formativa e gli altri campi del sapere umano legati alle credenze e ai sistemi spirituali, filosofici, esoterici, religiosi ecc. Più in particolare, i due scritti riflettevano sul “muro di silenzio” voluto a suo tempo da Roberto Assagioli tra la Psicosintesi e questi altri campi.  (...) Continua...
SULLA SOGLIA DEL MISTERO
SULLA SOGLIA DEL MISTERO

di Piero Ferrucci

Questo scritto è rivolto a chi è interessato alla psicosintesi e alla sua espressione. Pur essendo su un argomento abbastanza specifico, è una riflessione su temi che sono rilevanti per tutti: la collaborazione, la coscienza dei propri limiti, il denaro, le parole che usiamo, il rapporto con allievi e pazienti, il mistero dell’esistenza.
Vorrei incominciare parlando di una caratteristica di Roberto Assagioli, il fondatore della psicosintesi, una capacità da cui molti che lo incontravano rimanevano colpiti. A tu per tu ti faceva subito sentire di avere dentro te stesso un grande valore; durante e dopo quell’incontro eri in contatto con le tue qualità migliori, con le tue potenzialità più belle, attivate e pronte a fiorire.
Così si creava un’atmosfera di complicità, e sentivi che eri partecipe con lui di un lavoro vasto, utile e bellissimo. La prospettiva di Assagioli era quella di un’evoluzione della nostra società, che richiedeva la collaborazione di moltissime persone di varie provenienze: un’evoluzione della coscienza, della nostra cultura, del modo di concepire l’essere umano e di entrare in rapporto fra noi. Proprio per questo gli piaceva spesso dire alle persone che incontrava: “Noi facciamo lo stesso lavoro”. E’ come nella ben nota storia dello spaccapietre, che non compie solo un banale lavoro di fatica, ma partecipa a costruire una cattedrale.(...)
Mantenere l’equilibrio fra queste due opposte tendenze, l’inclusione degli altri e del mondo, e il rispetto rigoroso dei propri limiti, è un compito che ci accompagna per tutta la vita, un equilibrio che è facile perdere, ma essenziale riconquistare ogni giorno.Chi studia la psicosintesi spesso segue anche altri insegnamenti. Per esempio apprezza il valore di due diverse entità: l’esoterismo e la psicosintesi (ma anche: la Kabalah, il Vedanta, il Buddismo … e la psicosintesi). Riceve una guida autentica e un nutrimento spirituale di grande qualità da entrambe. Quindi non vede la necessità di tenerle separate, e prova in qualche modo a unirle. Ma due cose buone assieme non ne fanno necessariamente una più grande e migliore. Continua...
ARMONIA E CREATIVITA’ NELL’EDUCAZIONE PSICOSINTETICA
ARMONIA E CREATIVITA’ NELL’EDUCAZIONE PSICOSINTETICA

di Alessandra Moretti

Genericamente si pensa all’educazione come ad un qualcosa da collegare ad un ambito di età ben preciso e delimitato che è quello dell’infanzia e della prima adolescenza, cioè la prima parte della vita dell’uomo. Si pensa all’educazione come ad un qualcosa che va insegnato, inculcato. Molto più raramente l’educazione assume la dimensione di un processo globale, unitario, che coinvolge dinamicamente tutta la vita dell’essere umano, e che nell’ambito di questo processo non è tanto importante imperare, quanto scoprire, valorizzare, tirare fuori da se stessi, attivare, sintetizzare e sviluppare tutte quelle potenzialità, quelle qualità che l’essere umano ha dentro di sé e che tutta l’Umanità possiede. Queste potenzialità, queste qualità sovente sono incastrate dentro complessi, subpersonalità, parti di noi che non accettiamo. L’autoeducazione permanente, l’impegno a tirare fuori da noi stessi queste parti da sviluppare comporta farsi carico responsabilmente della propria crescita, del proprio sviluppo. Continua... 
GLI ULTERIORI TRAGUARDI DELLA MENTE UMANA
GLI ULTERIORI TRAGUARDI DELLA MENTE UMANA
di Ken Wilber

"Ho potuto costantemente rilevare che ogni stadio dell’evoluzione in qualunque dominio coinvolge una nuova apparizione e quindi una nuova profondità, o una nuova interiorità, sia che si applichi a molecole o a uccelli o a delfini; e che ciascuna nuova interiorità è anche un nuovo andare oltre, una trascendenza, una più alta e ampia identità con un più grande abbraccio totale. La formula è: andare dentro = andare oltre = un più grande abbraccio. Ed io voglio fare chiarezza su ciò che significa. Questo è estremamente importante, penso, perché i più alti stadi di sviluppo, gli stadi transrazionali e transpersonali e mistici, coinvolgono tutti una nuova interiorità. L’accusa che è stata fatta circolare da qualche tempo, è che attività come la meditazione sono qualcosa di narcisistico e introverso. Gli ambientalisti, in particolare, spesso sostengono che la meditazione è qualcosa per ‘sfuggire’ o di ‘egocentrico’, e che questo ‘andare dentro’ ignora semplicemente i problemi ‘reali’ nel mondo ‘reale’ ‘fuori di qui’. E’ precisamente l’opposto.
Lontano dall’essere qualche sorta di introversione o isolamento interiore, la Meditazione e lo sviluppo transpersonale in generale è una semplice e naturale continuazione del processo evolutivo, dove ogni cosa che avviene dentro è anche un andare oltre verso un più vasto abbraccio. Rammentiamo che due dei principi (8° e 12°) stabilivano che la crescente evoluzione significa crescente profondità e crescente autonomia. Nel reame dello sviluppo umano, questo viene fuori particolarmente nel fatto che, in accordo con la psicologia dello sviluppo (come vedremo), la crescita e lo sviluppo coinvolgono sempre una crescente interiorizzazione. E paradossalmente più è interiorizzata una persona, meno narcisistica diviene la sua consapevolezza. Così occorre capire perché, per tutte le scuole di psicologia dello sviluppo, è vera questa equazione: crescente sviluppo = incremento dell’interiorizzazione = decrescente narcisismo (o decrescente egocentrismo).Continua...
RISONANZA TRANSPERSONALE
RISONANZA TRANSPERSONALE Giampiero Varetti
Qualche anno addietro mi trovavo in uno dei piacevoli parchi di Bologna in una giornata di sole autunnale, con il cielo terso e l’aria leggera come solo quella stagione ci sa offrire. Ero nel pieno svolgimento delle mie funzioni paterne, intento nella faticosa quotidiana attività divenuta ormai un rito. “Dai, papà... spingi!”: più che un incitamento un ordine. Età del beneamato figlio: tre anni; da due il rito si celebrava con cadenza impressionante. Strumento del rituale: l’altalena… ormai un incubo. “Spingi! Ancora! Spingi!”. Lì, in quel bel parco ed in quel periodo, si è manifestata la spiegazione del fenomeno della “risonanza”. Non di “sudditanza”, anche se in qualche modo ne percepivo i confini, né di “baldanza”, appannata dall’indolenzimento del braccio destro sottoposto ad una sorta di test di resistenza all’uso (avete presente quei congegni che servono a testare un divano e lo sottopongono ad un trattamento dove una macchina simula una seduta spingendo forte sul cuscino per migliaia e migliaia di volte fino al punto di rottura?), ma proprio di “risonanza”. 
Che cos’è dunque la risonanza? Se io do il colpo al momento giusto, l’altalena sale sempre più in alto. Dare il colpo al momento giusto significa scegliere la frequenza e quindi la lunghezza d’onda.
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CHE COS'E' LA PSICOSOFIA?
<b>CHE COS'E' LA PSICOSOFIA? </b> Se volessimo racchiudere in una frase che cosa sia la psicosofia, potremmo affermare che è definibile come la saggezza che nasce dalla conoscenza della natura profonda della psiche. Tale saggezza è alla base di tutte le autentiche tradizioni spirituali, nel bacino del Mediterraneo come in Estremo Oriente, nelle Americhe come nell’Asia centrale…
Tutte queste tradizioni hanno realizzato una conoscenza profonda dell’essere umano e, in base a questa conoscenza, hanno sviluppato dei metodi di lavoro attraverso i quali l’uomo potesse affrancarsi dal fardello della sua mente ordinaria e risvegliarsi alla realtà dell’esistenza.
Tuttavia, ogni tradizione ha parlato secondo un proprio linguaggio e si è rivolta a individui culturalmente caratterizzati. Ciò significa che quando le condizioni storiche e sociali cambiavano, anche le tradizioni spirituali dovevano mutare il modo di trasmettere la conoscenza, pena l’impoverimento progressivo in un formalismo
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IL RISVEGLIO DEL CUORE
<b>IL RISVEGLIO DEL CUORE </b>

Thomas Hora

Approcci Oriente-Occidente alla psicoterapia e alle relazioni terapeutiche
Porre le Giuste Domande
Ci sono molte cose che paiono molto logiche, naturali, razionali e realistiche e che tuttavia non sono necessariamente vere. Per esempio, siamo portati a credere che sia importante ricordare tutto del nostro passato per migliorare il presente ed evitare di influenzare il futuro.
Un mucchio d'energie è speso dalla gente per ricordare in dettaglio il passato: "Che cosa è accaduto?" "Perché è accaduto?" "Chi è da criticare per l'accaduto?"
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BRIEF HISTORY OF EVERYTHING
BRIEF HISTORY OF EVERYTHING

di Ken Wilber

Prova ad ascoltarti, proprio ora - ascolta la chiara sensazione di essere te stesso - e nota che questo "te" non è altro che un altro oggetto nella consapevolezza. Non è neppure un vero soggetto è un altro oggetto nella consapevolezza. Questo piccolo "io" con i suoi pensieri sfila in parata davanti a te proprio come le nuvole attraverso il cielo.
Che cosa è allora il vero "te" che sta osservando tutto questo? Chi sta osservando il tuo piccolo io? Chi o che cosa è? Quando di spingi indietro verso questa pura "soggettività", questo puro osservatore, non lo vedrai come un oggetto, perché non è un oggetto. Non è nulla che tu possa vedere. Piuttosto, se resti calmo in questa consapevolezza osservante - osservando la mente ed il corpo e la natura che fluiscono davanti a te - potresti incominciare a notare che quello che provi al momento è semplicemente una sensazione di libertà, una sensazione di distensione, di non essere legato a nessuno degli oggetti che tu stai tranquillamente osservando. Non guardi nulla, semplicemente riposi in questa vasta libertà.
Di fronte a te le nuvole passano in parata, i tuoi pensieri passano in parata, le sensazioni fisiche passano in parata, e tu non sei loro. Tu sei il vasto espandersi della libertà attraverso il quale gli oggetti vanno e vengono. Tu sei un'apertura, un vuoto, un vasto spazio nel quale gli oggetti vanno e vengono Le nuvole vanno e vengono, le sensazioni vanno e vengono, i pensieri vanno e vengono, e tu non sei loro, tu sei il vasto senso di libertà, quel vasto "vuoto", in cui sorge la manifestazione, appare per un po' e se ne va.
Così incominci a notare che "l'Osservatore" in te che è il testimone di tutti gli oggetti è, in sé stesso, solo un vasto "vuoto". Non è una cosa, un oggetto, non è qualcosa che puoi vedere o afferrare, è piuttosto una sensazione di ampia libertà, non essendo nulla che possa entrare nel mondo obbiettivo degli oggetti, della tensione e dello sforzo... Continua...
VERSO LA PSICOSINTESI
VERSO LA PSICOSINTESI

di Giorgio Fresia

La finalità di questo convegno è di parlare dell'uomo nuovo, della trasformazione che sta avvenendo in ciascuno di noi, della nascita di una nuova umanità. Questo cambiamento è iniziato col pensiero cartesiano e ha determinato la rivoluzione scientifica nel '600 e la rivoluzione industriale inglese nel '700 coinvolgendo la vita culturale, sociale, politica, religiosa, economica dell’umanità.Oggi ciò che accade in una parte del pianeta finisce per influenzare tutto il resto del mondo grazie alle comunicazioni istantanee e alla integrazione economica. Il rischio ecologico ci stimola a comprendere che l'umanità è un unico corpo vivente formato da cinque miliardi di esseri umani e che nessuna nazione può ritenersi isolata.

Nasce per la prima volta nella storia dell’umanità unaDi fronte a questa coscienza così vasta, così impersonale ma nello stesso tempo reale, la gente cerca dei punti di sicurezza e di riconoscimento nella propria etnia e, per conseguenza vediamo il frantumarsi delle supernazioni, delle nazioni, in favore di piccoli stati nei quali ciascuno si riconosce per lingua, tradizioni, modi di pensare. Ma se da un lato il pensiero cartesiano ha dato un impulso alla tecnica e alla scienza, nello stesso tempo ha mostrato i suoi limiti non solo nei suoi effetti ma nel suo metodo. Continua...
LA LEGGE DI SINTESI
LA LEGGE DI SINTESI

di Angela Maria Sala Batà

"La sintesi è una delle tendenze che si andranno sempre piè evidenziando nella Nuova Era. Possiamo da ora notare il suo influsso in molti campi (sociale, culturale, religioso, politico, psicologico, ecc...) che si scontra però con l'antica tendenza alla separazione e all'isolamento, generando difficoltà e conflitti talvolta molto gravi. La spinta alla sintesi e all'unificazione, tuttavia non può essere fermata, e prima o poi prevarrà. perché è come una forza, una spinta irresistibile verso l'unità; una forza che agisce sia a livello universale che a livello individuale sotto infiniti aspetti e forme e che è strettamente connessa con la legge dell' evoluzione….." I testimoni della Continua...
L'ARCHETIPO DELLA MADRE
<b>L'ARCHETIPO DELLA MADRE</b> Johann Rossi Mason

Secondo Carl G. Jung, noi ereditiamo dalla società un insieme di elementi che non ci pervengono dall'esperienza né dalla cultura, come se facesse parte di un patrimonio genetico simbolico.
Si tratta di una serie di credenze, immagini, simboli che lo psicoanalista svizzero chiamò “inconscio collettivo” per distinguerlo da quello “individuale”. Unità di base sono gli 'archetipi', immagini simboliche, rappresentazioni, che ciascuno può applicare a se stesso e alla propria vita.
Ritroviamo figure archetipiche nei miti, nelle favole, nei sogni e formano, tutti insieme, la memoria dell'umanità.
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17 APRILE 2019 MILANO - CELEBRAZIONE EQUINOZIO DI PRIMAVERA E MEDITAZIONE DELLA PASQUA
13 - 14 APRILE CANTAGALLO (PO) - TEMPIO INTERIORE - SEMINARIO DI DANZA SUFI
13 - 14 APRILE 2019 FIRENZE - WORKSHOP LA SAGGEZZA DEL CUORE - PER INSEGNANTI E GENITORI
02 APRILE 2019 MILANO - IL POTERE DELL INTUIZIONE
14 APRILE 2019 MILANO - IMPARIAMO AD INTERPRETARE SEGNI E COINCIDENZE - CON GIAN MARCO BRAGADIN
05 APRILE 2019 PERUGIA - MEDITAZIONE E ARTE
25 - 28 APRILE 2019 GROSSETO - SEMINARIO DI ASCOLTO DI SE CON IL RESPIRO
27 APRILE 2019 FIRENZE - HO OPONOPONO IL SEGRETO HAWAIANO
27 - 28 APRILE 2019 MONTELUPO FIORENTINO - CORSO DI COSTELLAZIONI FAMILIARI E SISTEMICHE
25 - 26 - 27 - 28 APRILE 2019 BELLARIA IGEA MARINA (RN) - OSHOFESTIVAL 2019
06 APRILE 2019 ROMA - TRA LUCE E OMBRA - SEMINARIO ESPERIENZIALE
12 APRILE 2019 SAN PIETRO IN CERRO (PC) - LIBERA LE EMOZIONI
03 APRILE 2019 PRATO - L'UNIONE - I 12 PASSI DELL AMORE
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