Di ciò di cui non si può parlare si tace. - Ludwig Wittgenstein

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I SENTIERI DELL' ESSERE
Le mille Vie della Spiritualità
I SENTIERI DELL' ESSERE
LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan:
C'è una pratica che le persone debbano seguire?
Dong Shan rispose:
quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
Sai essere freccia, arco, bersaglio?
<b>Sai essere freccia, arco, bersaglio?

Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Conosci la sequenza delle costellazioni?
La fusione dell'idrogeno in elio?
Sai misurare la tua integrità?
Se rispondi
Avrai l'immortalità.

Laura Scottini

MEDITAZIONE TAOISTA
<b>MEDITAZIONE TAOISTA </b>





 

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza.
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l'unione.
Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.

 

IL VUOTO CHE DANZA
IL VUOTO CHE DANZA










di H.W.L. Poonja


Rimani ciò che sei ovunque tu sei.
Se fai così, saprai immediatamente
di essere Quello che hai cercato
per milioni di anni.

Non c'è ricerca,
perchè si cerca solo qualcosa che si è perso.
ma quando niente è andato perduto
non ha senso
cercare qualcosa.

Qui semplicemente Stai Quieto.
Non formare nemmeno un pensiero nella mente.
Allara saprai
Chi sei realmente.

per tre motici la ricerca e la pratica
sono follie fuorvianti
sono l'inganno della mente
per posporre la libertà.
Continua...

PAROLE SU DIO
PAROLE SU DIO

di Simone Weil

Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.

Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.

Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
I BAMBINI
DAGLI OCCHI DI SOLE

I BAMBINI<br> DAGLI OCCHI DI SOLE










Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.

Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.

Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua...
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI

di Maurizio Di Gregorio

Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici. 
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA

di Ervin Laszlo

Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
I FIGLI DELLA LUCE
I FIGLI DELLA LUCE




 


I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
Continua...
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA

di Matthew Fox

L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua... 
SULL'ANARCHIA BUDDISTA
SULL'ANARCHIA BUDDISTA di Gary Snyder

Da un punto di vista buddista, l'ignoranza che si proietta nella paura e nel vano appetito impediscono la manifestazione naturale. Storicamente, i filosofi buddisti non hanno saputo analizzare fino a che punto l'ignoranza e la sofferenza erano dovuti o favoriti da fattori sociali, considerando il timore e il desiderio come fatti intrinseci alla condizione umana. Così, la filosofia buddista si interessò principalmente alla teoria della conoscenza e la psicologia fu svantaggiata, per dare più spazio allo studio dei problemi storici e sociologici. Anche il buddismo Mahayana possiede un'ampia visione della salvezza universale, la sua realizzazione effettiva si è concretizzata nello sviluppo di sistemi pratici di meditazione per liberare a una minoranza di individui da blocchi psicologici e condizionamenti culturali. Il buddismo istituzionale è stato chiaramente disposto ad accettare o a ignorare le disuguaglianze e le tirannie sotto il sistema politico che vigeva. È stata come la morte del buddismo, posto che è comunque la morte che riesce a far comprendere il significato della compassione. La saggezza senza compassione non sente dolore.
Continua...
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Le parole dei Maestri


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RIFORME SOCIALI E LEGGE NATURALE DI PROGRESSO
RIFORME SOCIALI E LEGGE NATURALE DI PROGRESSO

di Sri Aurobindo
 
La riforma non una cosa eccellente in sé, come molti intelletti europeizzati immaginano; né è sempre un bene o una sicurezza restare immobili sugli antichi sentieri, come credono ostinatamente gli ortodossi. A volte la riforma è il primo passo verso l’abisso, ma l’immobilità è il modo migliore per ristagnare e andare in putrefazione. Né la moderazione è sempre il consiglio più saggio: la via di mezzo non sempre è dorata. È spesso un eufemismo per la miopia, per una tiepida indifferenza o per una pavida inefficienza. Gli uomini si definiscono moderati, conservatori o estremisti e gestiscono la loro condotta e le loro opinioni in accordo con quella formula. Ci piace pensare per sistemi e partiti e dimentichiamo che la verità è l’unico criterio. I sistemi non sono altro che delle comode casse in cui tenere ordinata la conoscenza, i partiti degli utili macchinari per l’azione combinata; ma li facciamo diventare una scusa per non prenderci il fastidio di pensare.
Si rimane stupefatti davanti alla posizione assunta dagli ortodossi. Si sforzano di deificare ogni cosa che esiste. La società induista ha certe disposizioni e abitudini che sono esclusivamente consuetudinarie. Non c’è alcuna prova che esse esistessero in antichità, né alcuna ragione per cui dovrebbero durare in futuro. Ha altre disposizioni e abitudini che possono essere citate, ma più spesso si tratta dei testi di moderni Smritikara, piuttosto che di Parasara e di Manu. La loro autorità risale agli ultimi cinquecento anni. Non capsico la logica che sostiene che poiché una cosa è durata cinquecento anni, deve perpetuarsi per eoni. Né l’antichità, né la modernità possono essere la prova della verità o la priva dell’utilità. Non tutti i Rishi appartengono al passato; gli Avatar ancora si manifestano; la rivelazione continua ancora. 
  Alcuni sostengono che in ogni caso dobbiamo rispettare Manu e i Purana, o perché sono sacri o perché sono nazionali. Bene, ma se sono sacri, dovete attenervi ad essi nella loro totalità e non apprezzare dei testi isolati, trascurando il corpo della vostra autorità. Non potete prendere a scelta; non potete dire “Questo è sacro e ad esso mi atterrò, quello è meno sacro e lo lascerò perdere.” Quando trattate in questo modo l’autorità sacra, state dimostrando che per voi non ha alcuna sacralità. State facendo un gioco di prestigio con la verità; perché fate finta di consultare Manu, quando realmente state consultando le vostre opinioni, i vostri interessi e o interessi. Ricreare l’intero Manu nella società moderna è come chiedere al Gange di risalire l’Himalaya. Senz’altro Manu è nazionale, ma lo sono anche i sacrifici animali e l’olocausto. Se una cosa è nazionale del passato, non ne consegue necessariamente che deve essere nazionale del futuro. Sciocco non riconoscere che le condizioni sono cambiate. Continua...
A
LA COSCIENZA SUPERMENTALE
LA COSCIENZA SUPERMENTALE

di Sri Aurobindo

Nell’esistenza inferiore, l’ordine è automatico, il condizionamento della Natura completo, le sue inveterate abitudini incrollabili e imperative: la Coscienza-Forza cosmica fa apparire una Natura d’un certo tipo, col suo schema abituale, la sua ronda immutabile d’attività, e obbliga l’essere infrarazionale a vivere e ad agire secondo quel tipo, nello schema e la ronda per lui creati. Nell’uomo, la Mente comincia con questo tipo e questa routine preordinati, ma, com’essa evolve, allarga il piano, ingrandisce lo schema e cerca di sostituire questa legge fissa d’automatismo, incosciente o semicosciente, con un ordine basato su idee, significati e motivi di vita riconosciuti, o cerca di stabilire una standardizzazione intelligente, una struttura determinata da un’utilità, una comodità e un fine razionali.
Non c’è niente che sia realmente obbligatorio o permanente nelle strutture di conoscenza stabilite dall’uomo o nelle sue strutture di vita; eppure l’uomo non può fare a meno di creare norme di pensiero, di conoscenza, di personalità, di vita e di condotta e di basare su di esse, in maniera più o meno cosciente e completa, la sua esistenza, o, per lo meno, di fare del suo meglio per far rientrare la sua vita nel quadro ideale dei dharma ch’egli ha scelto o accettato. Col passaggio alla vita spirituale, il supremo ideale assunto è, al contrario, non una legge, ma una libertà nello Spirito; lo Spirito in noi, per scoprire il suo sé, avanza infrangendo tutte le formule e, se deve ancora occuparsi dell’espressione, deve arrivare a un’espressione libera e vera, non artificiale, a un ordine spirituale vero e spontaneo. “Abbandona tutti i dharma, tutte le norme e tutte le regole d’essere e d’azione, e prendi rifugio in Me solo”*, è la regola suprema dell’esistenza più alta che l’Essere divino offre al cercatore.
Nel ricercare questa libertà, nel liberarsi dalla legge costruita per entrare nella legge del sé e dello spirito, nello sbarazzarsi della direzione mentale per sostituirla con la direzione della Realtà spirituale, abbandonando la verità inferiore costruita dalla mente per adottare la verità superiore essenziale dell’essere, è possibile attraversare uno stadio in cui c’è una libertà interiore ma manca un ordine esteriore; l’azione sembra allora appartenere al flusso della natura, essa è infantile, o inerte come una foglia immobile e passiva o trascinata dal vento, oppure, nella sua apparenza esteriore, è incoerente o stravagante. Continua ...
LA GIOIA CHIAMA LA LUCE
LA GIOIA CHIAMA LA LUCE
di Alice Bailey
 
(1) Siate lieti, poiché la gioia chiama la luce e non lascia posto per le nebbie e l’incomprensione. (5 - 461).
(2) Ti esorto a esprimere la gioia. Sii gioioso nel tuo lavoro e nel tuo servizio. Non essere così intenso, ma procedi gioiosamente sulla Via illuminata: ecco la mia preghiera per te. (5 - 408).
(3) Puoi imparare a creare la qualità della gioia che è caratteristica della personalità coscientemente radicata nel regno dell’anima. (5 - 398).
(4) Coloro che lottano, che strenuamente tendono verso la meta, che persistono e resistono; la gioia sarà grande allorché l’idea sarà materializzata sul piano della manifestazione: sarà la gioia delle difficoltà superate, delle tenebre fugate, o trascese, della Luce che illumina alfine la Vittoria.
Sarà la gioia di aver trovato dei compagni fedeli, poiché nei lunghi anni di lavoro e di esperienza avete compreso quali sono i vostri collaboratori instancabili e fidati, con i quali si sarà stabilito il legame indissolubile che si forma nella comunanza della sofferenza e delle difficoltà insieme superate; la gioia della pace nella vittoria riportata sarà vostra, poiché al guerriero a lungo provato sono doppiamente dolci i frutti del raggiungimento e della quiete; sarà vostra la gioia della partecipazione al piano dei Maestri, ed è proprio questo che vi tiene collegati ad Essi; la gioia di aver aiutato ad alleviare le sofferenze del mondo, di aver apportato Luce alle Anime, di aver lenito in qualche misura le piaghe e le ferite di una tormentata umanità; dalla coscienza di giorni bene spesi, dalla gratitudine delle Anime portate sulla Via della Luce, deriva la più grande, la più profonda gioia; quando Egli si fa strumento per aiutare un fratello minore a salire un gradino della scala dell’Evoluzione.
Questa è la gioia che è aperta dinanzi a tutti voi e che è alla portata di tutti. Lavorate dunque e non per la gioia ma verso la gioia, per un interno, irresistibile impulso di aiutare e di Servire, non per essere fatto oggetto di ricompensa e gratitudine, ma perché tale è il vostro urgente bisogno, dopo aver percepito la visione, ben sapendo che la vostra parte nel lavoro è di portare quel frammento di visione in manifestazione quaggiù. Non sarà superfluo, dopo aver nominato più volte la gioia, parlare della differenza fra la felicità, la gioia e la beatitudine. Continua...
IL DIVINO QUALE MOLTEPLICE
IL DIVINO QUALE MOLTEPLICE

Sri Aurobindo

Non condivido l’opinione secondo la quale il mondo è un’illusione – mithyā. Il Brahman è tanto qui quanto nell’Assoluto sovracosmico. Ciò che dobbiamo superare è l’Ignoranza che ci rende ciechi e ci impedisce di realizzare il Brahman nel mondo e al di là di esso, e la vera natura dell’esistenza. °°°
 La conoscenza di Shankara, come il vostro Guru ha messo in evidenza, rappresenta solo un aspetto della Verità: è la conoscenza del Supremo come viene realizzata dalla mente spirituale attraverso il silenzio statico della pura Esistenza. Proprio perché si fondò esclusivamente su questo aspetto Shankara non riuscì ad accettare o spiegare l’origine dell’universo se non come un’illusione, una creazione di Maya. A meno che non si realizzi il Supremo nell’aspetto dinamico così come nell’aspetto statico, non si può avere l’esperienza della vera origine delle cose e dell’eguale realtà del Brahman attivo. La Shakti, o Potere dell’Eterno, diventa allora solo un potere d’illusione e il mondo diventa incomprensibile, un mistero di follia cosmica, un eterno delirio dell’Eterno.
Qualunque logica verbale o mentale si possa addurre a sostegno, questo modo di vedere l’universo non spiega nulla: costruisce soltanto una formula mentale dell’inesplicabile. Solo se vi avvicinate al Supremo attraverso il suo doppio aspetto di Sat [Esistenza pura] e Chit-Shakti [Coscienza-Energia], doppio ma inseparabile, la verità totale delle cose può divenire manifesta all’esperienza interiore. Quest’altro aspetto fu sviluppato dai Tantrici Shakta [adoratori di shakti]. Le due verità unificate, la vedantina e la tantrica, possono arrivare alla conoscenza integrale.
Ma filosoficamente questo è ciò cui giunge l’insegnamento del vostro Guru ed è ovviamente una verità più completa e una conoscenza più vasta di quella offerta dalla formula di Shankara. Essa è già indicata nell’insegnamento della Gita [la Bhagavad Gita] relativo al Purushottama [l’Essere supremo] e alla Parashakti (Adya Shakti) [l’Energia suprema, la Madre divina] che divengono il Jiva [lo spirito individualizzato che sostiene l’essere vivente nella sua evoluzione da una nascita all’altra] e sostengono l’universo. Continua...
LA FIORITURA DELL'INTUIZIONE
LA FIORITURA DELL'INTUIZIONE

Sri Aurobindo

Ci sono state epoche in cui la ricerca del compimento spirituale era, almeno in certe civiltà, più intensa e più largamente diffusa di adesso o piuttosto di quanto lo sia stata nel mondo in generale durante gli ultimissimi secoli. Ora infatti la curva sembra segnare l’inizio di un nuovo ciclo di ricerca che parte da ciò che è stato raggiunto in passato per proiettarsi verso un futuro più grande. Ma il compimento spirituale o la conoscenza occulta sono stati sempre, anche nell’età dei Veda, o in Egitto, limitati a pochi, non diffusi in tutta la massa dell’umanità.
La massa dell’umanità si evolve lentamente, essa conserva in sé tutte le tappe dell’evoluzione, dall’uomo materiale e vitale all’uomo mentale. Una piccola minoranza si è spinta oltre le barriere, aprendo le porte alla conoscenza occulta e spirituale e preparando l’ascesa dell’evoluzione oltre l’uomo mentale, fino all’essere spirituale e supermentale.
A volte questa minoranza ha esercitato un’enorme influenza – come nell’India vedica, in Egitto o, secondo la tradizione, in Atlantide – ed è stata determinante per la civiltà della razza, dandole una forte impronta spirituale ed occulta, a volte si è tenuta in disparte nelle sue scuole od ordini segreti, senza influenzare direttamente una civiltà che era immersa nell’ignoranza materiale o nel caos e nelle tenebre o nella dura luce esteriore della ragione che rifiuta la conoscenza spirituale.
I cicli dell’evoluzione tendono sempre verso l’alto, ma sono cicli e, nella loro ascesa, non seguono una linea retta. Il processo dà quindi l’impressione di una serie di ascese e di discese, ma l’essenziale di ciò che l’evoluzione ha conquistato viene conservato o, anche se oscurato per un certo tempo, riemerge in forme nuove adatte ai tempi nuovi. La creazione ha disceso tutti i gradi dell’essere, dalla Supermente alla Materia, e a ciascun grado ha creato un mondo, un regno, un piano od ordine proprio di quel grado. Continua...
SULLA MUSICA E POESIA
SULLA MUSICA E POESIA

di Sri Aurobindo

La Musica è superiore alle altre Arti ?
 Non so cosa dire sull’argomento che mi proponete – la superiorità della musica sulla poesia – poiché il mio apprezzamento della musica è incorporeo e inesprimibile, laddove posso scrivere facilmente e con una buona conoscenza della poesia. Ma è davvero necessario stabilire una scala di grandezza fra due grandi arti, quando ciascuna ha la sua propria grandezza e può a modo suo toccare gli estremi dell’Ananda estetico ?
La musica, senza dubbio, va più vicino all’infinito e all’essenza delle cose, poiché essa si affida interamente al veicolo etereo, shabda, (l’architettura, a tratti, può fare qualcosa di simile, all’altro estremo, persino nel suo imprigionamento nella materia); ma la pittura e la scultura si prendono la loro rivincita liberando la forma visibile nell’estasi, mentre la poesia , sebbene non possa fare con il suono ciò che fa la musica, può tuttavia produrre un’armonia polifonica, una rivelazione di suono che dà le ali alla creazione per mezzo della parola e le permette di librarsi e fa aleggiare nell’aria vivide suggestioni di forma e di colore – il che le dà in maniera molto sottile il potere di tutte le arti. Chi può decidere tra tali qualità o essere giudice di queste divinità ?
Ho paura di dovervi deludere. Non ho intenzione di sottoporre le divinità a un esame competitivo e dare a una il posto più alto e alle altre quello più basso. Che idea ! Ciascuna ha il suo posto sulla vetta e che necessità c’è, quindi, di metterle in conflitto tra di loro ? È una sorta di giudizio di Paride quello che volete chiedermi ? Bene, ma cosa ne è stato di Paride e di Troia? Volete che io dia la corona o la mela alla musica e faccia adirare le divinità della pittura, della scultura, dell’architettura, dell’ornamento cioè tutte le Nove Muse ?
Il vostro giudizio di merito  – riguardo al potere di attrazione universale – è sbagliato. Non so se corrisponde al vero, in primo luogo. Alcuni tipi di suono definito musica affascinano chiunque, ma davvero la grande musica ha un fascino universale ? E – parlando di arti –più gente va al teatro o legge racconti di quanta non ne vada all’opera o a un concerto. Cosa dire dunque della superiore universalità della musica, persino nel significato più comune di universalità ? Continua...
COSA E' IL SERVIZIO SPIRITUALE
COSA E' IL SERVIZIO SPIRITUALE

di Alice Bailey
 
(1) Dal dovere perfettamente adempiuto emergeranno i doveri più ampi, che rientrano nel lavoro mondiale; l’assunzione delle responsabilità familiari renderà più forti le nostre spalle, permettendoci d’assumere quelle del gruppo più ampio. (4-70)
(2) L’umanità serve e, con lo sviluppo di un’attitudine cosciente al servizio, con la crescita della comprensione cosciente della parte individuale da compiere nell’esecuzione del Piano e con l’assoggettamento della personalità all’anima, l’umanità progredirà costantemente verso la sua meta di servizio universale. (4-101)
(3) Il Maestro non guarda all’importanza o alla posizione terrena del lavoratore, e nemmeno al numero di persone che si riuniscono intorno alla sua personalità, bensì ai moventi che stimolano la sua attività e all’effetto dell’influsso che egli esercita sul prossimo. Il vero servizio è lo spontaneo efflusso di un cuore amorevole e di una mente intelligente; risulta dal fatto di trovarsi al posto giusto e di rimanervi; è il prodotto dell’inevitabile afflusso di forza spirituale e non di strenua attività del piano fisico; è l’effetto di essere ciò che l’uomo realmente è, un divino Figlio di Dio, e non l’effetto studiato di parole e azioni. Un vero servitore riunisce intorno a sé coloro che è suo dovere servire e aiutare con la forza della sua vita e della sua personalità spiritualizzata, e non con le sue pretese e parole altisonanti. Dimentico di sé egli serve, con abnegazione cammina sulla Terra e non si dà pensiero dell’importanza o meno di quanto compie, né ha idee preconcette sul proprio valore o sulla propria utilità. Vive, serve, opera ed esercita un influsso, nulla chiedendo per il sé separato. (4-188/9)
(4) Esorto soltanto tutti voi… a comprendere la necessità di rinnovare lo sforzo per rendervi idonei al servizio, uno sforzo cosciente e deliberato per sviluppare l’intuizione e giungere all’illuminazione. Ogni essere umano che perviene alla meta della luce e della saggezza, automaticamente dispone di una sfera d’influenza che si estende verso l’alto e verso il basso, che penetra sia all’interno verso la sorgente della luce, sia all’esterno verso i “campi delle tenebre”.  Pervenuto a ciò, egli diverrà un centro di vita cosciente, che dispensa forza senza alcuna fatica. Egli stimolerà, infonderà energia e vivificherà a nuovi sforzi tutte le vite con le quali verrà in contatto, sia che si tratti degli aspiranti suoi compagni, che di un animale o di un fiore. Sarà un trasmettitore di luce nelle tenebre. Disperderà le nebbie dell’illusione attorno a sé, facendo penetrare lo splendore della realtà. Continua...
BUONA VOLONTA' E VOLONTA' DI BENE
BUONA VOLONTA' E VOLONTA' DI BENE

di Alice Bailey
 
(1) In ogni paese esistono uomini di buona volontà, capaci di vera comprensione. Moltissimi sono noti. Ma sono sopraffatti dalla paura o da un senso d’impotenza, perché pensano che il lavoro da compiere è tanto stupendo che i loro minuscoli tentativi isolati sono del tutto incapaci di abbattere le barriere di odio e separazione ovunque presenti. Si rendono conto che sembra mancare una diffusione sistematica dei principi che forse detengono la soluzione del problema mondiale; non hanno nozione della forza numerica di quanti pensano come loro, e quindi sono resi impotenti dalla solitudine, dalla disunione e dal peso morto dell’inerzia che li circonda.
… Come stabilizzare la situazione economica e ricostituirla in modo che tutti possano avere la loro giusta parte?
In un solo modo: mediante l’azione congiunta degli uomini di buona volontà e comprensione, in ogni paese e nazione. Costanti e silenziosi, senza fretta, devono compiere tre cose:
Primo, riconoscersi ed entrare in contatto fra loro. In tal modo si annulla il senso di debolezza e inutilità. Questo è il primo dovere e il primo compito del nuovo gruppo di servitori del mondo.
Secondo, spiegare e illustrare i principi fondamentali di retta esistenza, buona volontà e armonia, riconosciuti, ma non applicati, da tutti gli uomini di retto giudizio. Li si deve formulare nei termini più semplici e dimostrare in pratica.
Terzo, educare le moltitudini secondo quei principi. Con costanza, regolarità e metodo devono essere educate alla fratellanza, all’internazionalismo basato sulla buona volontà e l’amore per tutti gli uomini, all’unità religiosa e all’interdipendenza cooperativa. Bisogna educare i singoli a compiere la propria parte importante con buona volontà e comprensione, ogni comunità deve addossarsi le proprie responsabilità rispetto alle altre, infine si deve spiegare e accentuare la responsabilità fra le nazioni e fra l’insieme di queste e il mondo intero.
Non è un programma vano, mistico, o privo di basi pratiche. Non mira a demolire né attaccare alcuna autorità o governo. Non intende abbattere governanti o rovesciare partiti politici o nazionali. Esige invece un’azione intelligente e pratica. Richiede la collaborazione di molte menti e molti operatori provetti. Bisogna individuare gli uomini di buona volontà di ogni nazione e compilare elenchi di quelli che corrispondono a tali ideali. Occorre sollecitarne e organizzarne la collaborazione. Continua...
CHE COS'E' LO YOGA
CHE COS'E' LO YOGA
 
di Sri Aurobindo e Mère

Se si osserva attentamente la vita da una parte e lo yoga dall'altra, ci si accorge che tutta la  vita è, in modo cosciente o subcosciente, yoga. Con questo termine, infatti, intendiamo uno sforzo metodico di perfezione di sè, attraverso il manifestarsi di potenzialità latenti nell'essere e la ricongiunzione dell'individuo umano con l'Esistenza universale e trascendente, che vediamo parzialmente espressa nell'uomo e nel Cosmo.
Se spingiamo lo sguardo oltre le apparenze, la vita intera è un immenso yoga della Natura; è la Natura che cerca di realizzare la sua perfezione, lasciando emergere sempre di più le proprie potenzialità segrete per fondersi nella stessa reatà divina. Con l'uomo, che ne è la manifestazione pensante, essa ha per la prima volta ottenuto su questa Terra strumenti coscienti e attivi, atti a realizzare più rapidamente e più potentemente questo alto destino. Lo yoga, come ha detto lo Swami Vivekananda, può considerarsi come il mezzo per  realizzare tale evoluzione in una sola vita o in qualche anno, se non in qualche mese di una sola vita.
I diversi sistemi di yoga non hanno quindi altro compito che di selezionare, o accelerare ciò che la grande Madre già compie nel suo immenso sforzo ascensionale su larga scala, ma senza ordine, e una profusione di materiali e di energie, attraverso un'infinita varietà di combinazioni. Solamente questo modo d'intendere lo yoga può fornirci la base d'una sintesi razionale e sana dei metodi dello yoga. Solo così infatti esso cessa di apparirci come una cosa mistica e anormale senza nessun rapporto con i processi ordinari dell'Energia Cosmica e gli scopi che quest'Energia si propone di raggiungere col suo duplice movimento grandioso soggettivo ed oggettivo, rivelandosi invece come una valorizzazione intensa ed eccezionale dei poteri che l'Energia cosmica ha già manifestato o che sta progressivamente organizzando nelle sue operazioni meno raffinate,di carattere più generale.(...).
Tuttavia, l'utilità vera dello yoga e il suo ultimo fine non possono essere raggiunti che quando lo yoga, cosciente nell'uomo, incosciente nella Natura, coincide con la vita stessa, così che si possa ancora dire, in un senso perfetto e luminoso, guardando insieme il cammino e l'adempimento: " Tutta la vita è lo yoga." Continua...
EVOLUZIONE SPIRITUALE DELL'UOMO
EVOLUZIONE SPIRITUALE DELL'UOMO

di Alice Bailey

(1) Dapprima è la forza della sostanza del piano che lo dirige, inducendolo ad identificarsi con la sostanza più grossolana ed a considerarsi un uomo, un membro del quarto regno, ed a convincersi quindi ch’egli è il Non-Sé. Più tardi, con l’affluire della forza dall’Ego, prosegue l’evoluzione psichica (uso qui la parola “psichica” nella sua connotazione più alta) ed egli comincia a considerarsi come l’Ego, il Pensatore, Colui che usa la forma. Infine l’energia della Monade, comincia a trovar risposta, ed egli sa di non essere né l’uomo né l’angelo, ma un’essenza divina o Spirito…. L’uomo è visto qual’è realmente: una rete di fuoco con dei punti focali fiammeggianti che trasmettono e fanno circolare energia ignea. (3-1158)
(2) L’uomo poco evoluto non è in grado di comprendere appieno quello molto evoluto e, in misura minore, l’ego avanzato non comprende un iniziato. Il maggiore comprende il minore, ma non è così nel caso inverso. (4-113)
(3) Giunge ora uno stadio in cui l’essere umano è veramente e di fatto “fondato sulla roccia” e, sebbene egli possa ancora sperimentare l’alternarsi della luce e dell’ombra, sebbene le onde delle acque purificatrici possano investirlo e minacciare di travolgerlo, sebbene egli possa sentirsi sordo, muto e cieco, nulla alla fine potrà sconfiggere il proposito dell’anima. (4-148)
(4) Il discepolo….non può mai essere statico, non può mai sostare; costantemente deve adeguarsi a nuove condizioni, imparare a operare in esse per poi vederle scomparire e lasciare a loro volta il posto ad altre, nuove. Tutto questo continua finché la coscienza non si sia stabilizzata nel Sé, nell’Uno. In quel momento l’iniziato si riconosce come l’Unità che guarda, osservando la fantasmagoria fenomenica della vita nella forma. Continua...
UNA PROFEZIA DI SRI AUROBINDO
UNA PROFEZIA DI SRI AUROBINDO
di Sri Aurobindo

Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.
Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
Continua...
L'ANIMA E IL SUO STUDIO
L'ANIMA E IL SUO STUDIO

di Alice Bailey
 
(1) La materia è il veicolo per la manifestazione dell’anima su questo piano di esistenza e l’anima è il veicolo, su un piano più elevato, per la manifestazione dello spirito e questi tre sono una trinità sintetizzata dalla vita che li pervade tutti. Attraverso la materia, l’anima si sviluppa e trova la sua massima espressione nell’anima dell’uomo. (4-14)
(2) L’anima è una quantità ancora ignota e non ha un suo vero posto nelle teorie accademiche e nella ricerca scientifica. La sua esistenza non è dimostrata e, anche dagli accademici di mente più aperta, non è considerata che una possibile ipotesi, non provata. Nella coscienza dell’umanità non è accettata come una realtà. Due gruppi di persone soltanto ne accettano l’esistenza come fatto: l’uno formato dai semplici, gli ingenui, i poco evoluti, di tendenza religiosa i quali, allevati sin da bambini in una delle religioni del mondo, ne accettano i postulati ‑ come l’esistenza di Dio, dell’anima e la sua immortalità. L’altro gruppo è quell’esiguo nucleo, in costante aumento, di Conoscitori di Dio e della realtà, che conoscono l’esistenza dell’anima, come fatto risultante dalla propria esperienza, ma non sono in grado di dimostrare tale esistenza in modo soddisfacente agli uomini che ammettono solo ciò che la loro mente concreta può afferrare, analizzare, criticare e sperimentare. (4-17)
(3) L’anima è la qualità che ogni forma manifesta. E quel sottile quid che distingue un elemento dall’altro, un minerale dall’altro.
  È la natura essenziale e intangibile della forma, che nel regno vegetale determina il prodursi di una rosa o di un cavolfiore, di un olmo o di una pianta di crescione; è un tipo di energia che distingue le varie specie del regno animale e rende un essere umano differente dall’altro nell’aspetto, nella natura e nel carattere. ((4-33/4)
(4) L’anima…. non è né spirito né materia, ma la relazione fra i due. L’anima è il mediatore fra questa dualità: è il principio intermedio, l’anello di congiunzione tra Dio e la sua forma. L’anima è quindi un altro nome per designare il principio cristico, sia nella natura che nell’essere umano…. L’ anima è la forza d’attrazione dell’universo manifestato e, se attiva, mantiene insieme tutte le forme…. che guida tutte le creature di Dio a progredire sul sentiero dell’evoluzione, da un regno all’altro, verso una meta finale e un glorioso compimento. (4-35)
(5) Le qualità, le vibrazioni, i colori, le caratteristiche di tutti i regni della natura, sono qualità dell’anima…. Le qualità sono originate dall’interazione della coppia degli opposti, spirito e materia, nonché dalla loro mutua influenza. (4-36) Continua...
I 24 MAESTRI DI DATTATREYA
I 24 MAESTRI DI DATTATREYA
di Swami Sivananda

Anasuya è generalmente considerata il modello della castità ed era la moglie di Atri Maharshi, un grande saggio e uno dei Sapta Rishi. Aveva piena padronanza del Pativrata Dharma. Serviva suo marito con intensa devozione. Aveva fatto delle Tapas molto intense al fine di avere dei figli dello stesso livello di Brahma, Vishnu e Siva.

Una volta Narada portò a Saraswati una piccola palla di ferro, della misura di una lenticchia, e le disse: “Per favore Saraswati Devi! Per favore friggi questa piccola palla di ferro per me, così potrò mangiarla durante il mio viaggio.” Saraswati rise e disse: “O Rishi Narada! Come è possibile friggere una palla di ferro? Come è possibile mangiarla?” Poi Narada andò da Mahalakshmi e da Parvati e chiese loro di friggere la piccola palla di ferro. Anche loro risero di Narada Rishi. Allora Narada disse: “O Devi! Vedete, la farò friggere da Anasuya, la moglie di Atri Maharshi, una grande Pativrati 6 che vive sul piano terrestre.” Continua...

 
LA SCOPERTA DELL'ANIMA E LA VITTORIA SULLA MORTE: SAVITRI
LA SCOPERTA DELL'ANIMA E LA VITTORIA SULLA MORTE: SAVITRI

di Paola De Paolis

Nel titolo di questo libro, Savitri – La scoperta dell’anima e la vittoria sulla morte, vi è tutto il suo contenuto: l’appassionata, bella e determinata Savitri è «la donna, la forza di Dio» che salva dalla Morte il suo compagno Satyavan, incantevole anima delegata dell’Eterno nell’uomo, trovato in terre lontane. Ella può compiere questo miracolo perché «conobbe la dimora della Sua anima segreta» e «seppe di essere l’Amata del Supremo» che le dà la forza di affrontare il Dio della Morte, capovolgere il vecchio modo di vedere, di capire, di sentire fondato sull’Incoscienza e infine far trionfare l’innato diritto all’immortalità e all’amore.

De Paolis ha sintetizzato in poco più di cento pagine tutto il lavoro-servizio di quasi 30 anni della sua vita dedicati alla traduzione delle maggiori opere di Sri Aurobindo (Savitri, La Vita Divina e Lettere sullo Yoga) e allo studio della sua “Opera Omnia”, delle sue riviste e preziosi scritti, e anche delle annotazioni di Mère, sia in inglese che in francese. Passa e ripassa per le rivelazioni evolutive di Sri Aurobindo conducendo il lettore fino al cuore del messaggio del poema Savitri: quasi 24mila versi che ha racchiuso con coraggio, ambizione e cura nella riduzione teatrale cucendo insieme brevi passi scelti nel II volume da “Il Libro dell’Amore”, “Il Libro dello Yoga”, “Il Libro della Morte”, “Il Libro della Notte Eterna”, “Il Libro del Doppio Crepuscolo” e da “Il Ritorno alla Terra” dei due amanti eterni che «uniti inaugurarono un’età più grande». (dalla recensione di Maria Rosaria Giordano)
LO SCOPO DELLA VITA
LO SCOPO DELLA VITA

di Sri Swami Sivananda

La beatitudine è la natura essenziale dell’uomo. L’aspetto centrale del suo essere è la divinità insita in lui. La natura essenziale dell’uomo è divina, ma egli ne ha perso la consapevolezza a causa dei suoi istinti animali e del velo dell'ignoranza. L'uomo, nella sua ignoranza, si identifica con il corpo, con la mente, con il Prana e con i sensi. Trascendendoli, egli si unisce al Brahman o l’Assoluto, che è pura beatitudine. Brahman o l’Assoluto e la realtà più piena, la coscienza più completa. Ciò oltre cui non c’è nulla, il Sé più interiore di tutti è l’Atman o Brahman.... o l’Assoluto, che è pura beatitudine.
Brahman o l’Assoluto e la realtà più piena, la coscienza più completa. Ciò oltre cui non c’è nulla, il Sé più interiore di tutti è l’Atman o Brahman. L’Atman è la Coscienza comune in tutti gli esseri. Un ladro, una prostituta, uno spazzino, un re, un delinquente, un santo, un cane, un gatto, un topo, tutti hanno lo stesso Atman in comune.
C’è una differenza apparente, fittizia, che esiste solo nei corpi e nelle menti. Ci sono differenze nei colori e nelle opinioni, ma l’Atman è lo stesso in tutti.Se sei molto ricco potrai avere una nave, un treno, un aeroplano tutto tuo, per i tuoi interessi egoistici, ma non puoi avere un Atman tutto per te, perché l’Atman è comune a tutti, non è una proprietà individuale brevettata. L’Atman è l’uno in mezzo ai tanti, è costante in mezzo alle forme che vanno e vengono, è la Coscienza pura, assoluta ed essenziale di tutti gli esseri coscienti. La fonte di ogni vita, la fonte di ogni conoscenza è l’Atman, il Sé più interiore. L’Atman, o Anima Suprema è trascendente, inesprimibile, indeducibile, impensabile, eternamente in pace, pieno di beatitudine....Continua...
NEL CASTELLO INTERIORE DELLA TUA ANIMA
NEL CASTELLO INTERIORE DELLA TUA ANIMA

di Ken Wilber

NEL CASTELLO INTERIORE è molte cose insieme: è una guida ai tempi e nella vita di Santa Teresa d’Ávila, la straordinaria santa e maestra contemplativa del sedicesimo secolo; è una guida attraverso il suo brillante testo di meditazione, Il castello interiore; in ultimo, ma non meno importante, conduce ognuno nella propria anima – essendo un meraviglioso, tenero, radioso, generoso, amabile e autentico manuale che ci conduce nel territorio della nostra anima.
È sconcertante quanto il misticismo in generale e la contemplazione in particolare siano dei temi così vasti e spesso svianti che possono – specialmente se si tratta di principianti in entrambe queste materie – verificarsi letali e troppo schiaccianti per l’anima, proprio nel momento in cui essa sta cercando qualcosa di, se non proprio semplicistico, allora perlomeno di abbastanza semplice per costruire delle basi concrete in modo da poter affrontare ciò che potrebbe confonderla, creare caos o persino paura e sofferenza.Allora, quello che vorrei fare, in poche pagine, è offrire al lettore alcuni punti di riferimento, semplici ed empirici, che possano aiutarlo a rendere più concrete alcune idee centrali della spiritualità mistica e contemplativa. Inizierò presentando sette tra le più importanti idee centrali del misticismo e in seguito cercherò di dare al lettore una spiegazione veloce e diretta di ognuna di queste, basata sull’esperienza. Le idee centrali, se discusse puramente in termini teorici, potrebbero sembrare piuttosto aride e astratte.
Ecco le sette idee centrali: (1) ognuno di noi possiede un sé esteriore e un sé interiore; (2) il sé interiore vive nell’eterno ora, dove non esiste il tempo; (3) il sé interiore è un grande mistero, ossia pura vacuità e ignoto totale; (4) il sé interiore è divino, ovvero in perfetta unione con lo spirito infinito, in un’identità suprema; (5) l’inferno è l’identificazione con il sé esteriore; (6) il paradiso è la scoperta e la realizzazione del divino sé interiore, dell’identità suprema; (7) il sé divino è tutt’uno con tutto, un dono di grazia, sigillato nella gloria.
Ora, andiamo a cercare un’esperienza per ognuno di questi punti Continua...
AMORE PSICHICO E AMORE DIVINO
AMORE PSICHICO E AMORE DIVINO

 di Sri Aurobindo e Mére

Nell’amore umano vi sono diversi moventi ispiratori. Esiste un amore umano psichico che sorge da dentro, dal profondo, e che è il risultato dell’incontro da parte dell’essere interiore con ciò che aspira verso una gioia e una unione divina; esso è, una volta fattosi cosciente di sé, qualcosa di duraturo, di auto-esistente, non dipendente da appagamenti esterni, incapace di affievolirsi per motivazioni esterne, privo di auto-compiacimento, indisposto a domandare o mercanteggiare ma capace di donarsi in modo semplice e spontaneo, mai spinto o soggetto a fraintendimenti, delusioni, struggimento e odio; piuttosto, è sempre teso in modo diretto verso l’unione interiore. È questo amore psichico che è il più prossimo all’amore divino e che costituisce pertanto la giusta e migliore espressione di amore e bhakti.
Tuttavia, questo non significa che le altre parti dell’essere, incluse il vitale e il fisico, non debbano essere utilizzate come mezzi espressivi o che non debbano avere alcun rulo nel pieno gioco e nel senso completo dell’amore, perfino dell’amore divino. Al contrario, essi sono degli strumenti e possono rivestire un ruolo rilevante nella completa espressione dell’amore divino — purché seguano il movimento giusto e non quello errato —, colmo di gioia e di fiducia e di abbandono, generoso, disinteressato, incapace di lagnarsi, totalmente assoluto nel suo offrirsi, e questo è quanto di più vicino allo psichico possa esistere e quanto di più opportuno per costituirne il suo complemento e un mezzo di espressione dell’amore divino. Continua....
L'ATTUALE TRANSIZIONE
L'ATTUALE TRANSIZIONE Mère

Una cosa sembra evidente: l’umanità è arrivata a un certo stato di tensione generale — tensione di sforzi, tensione di azioni, tensione perfino nella vita di tutti i giorni —, con una iperattività così eccessiva, un’agitazione così generale che la specie nel suo insieme sembra arrivata a un punto in cui è necessario o far esplodere le nostre resistenze e emergere in una coscienza nuova, oppure ricadere in un abisso di oscurità e di inerzia. È una tensione così totale e generalizzata che qualcosa deve per forza spaccarsi. Non può continuare così. Lo possiamo prendere come un segno certo dell’infusione nella materia di un principio nuovo di forza, di coscienza, di potere, che con la sua stessa pressione provoca questo stato critico. Esteriormente, potremmo aspettarci che la Natura ricorra a quei vecchi espedienti con i quali è solita provocare uno sconvolgimento; esiste però un fenomeno nuovo, riscontrabile con evidenza solo in una élite, anche se in una élite piuttosto vasta, e questo fenomeno non è localizzato in un punto solo, in un certo luogo della terra, ma mostra segni in tutti i paesi, su tutta la terra: la volontà di trovare una soluzione nuova, più alta, ascendente, di fare uno sforzo per emergere verso una perfezione più ampia, più comprensiva. Vanno elaborandosi e stanno agendo nel mondo certe idee di carattere più generale, più esteso, più collettivo potremmo dire.
Continua...
TRASFORMAZIONE
TRASFORMAZIONE Mère

Noi vogliamo una trasformazione integrale, la trasformazione del corpo e di tutte le sue attività. Tuttavia, esiste un primo passo, assolutamente indispensabile, che deve essere compiuto prima che qualunque altra opera possa essere intrapresa: è la trasformazione della coscienza. Il punto di partenza è, con ogni evidenza, l’aspirazione verso tale trasformazione e la volontà di realizzarla, giacché senza di ciò nulla può essere compiuto; ma se all’aspirazione si aggiunge un’apertura interiore, una sorta di ricettività, diventa possibile penetrare d’un solo colpo in questa coscienza trasformata e permanervi. Tale cambiamento di coscienza è, per così dire, brusco; esso si produce in maniera improvvisa, per quanto lunga e lenta possa essere stata la preparazione. Non mi riferisco qui a un semplice cambiamento dal punto di vista mentale, bensì a un cambiamento della coscienza stessa. Si tratta di un cambiamento completo e assoluto, una rivoluzione dell’equilibrio di base; il movimento corrisponde al rivoltare un pallone dall’interno all’esterno.
Continua...
L'ALCHIMIA SPIRITUALE DI AIVANHOV
L'ALCHIMIA SPIRITUALE DI AIVANHOV

di Elisabetta Mastrocola

Nell’ultimo libro di Omraam Mikhaël Aïvanhov tradotto in italiano, L’ALCHIMIA SPIRITUALE, il tema trattato è la trasformazione delle note istintive e cacofoniche dell’uomo in armonie di sapienza e bellezza.Il testo raccoglie alcune conferenze date dall’autore nei primissimi anni del soggiorno in Francia; tutte, tranne l’ultima del 1969, sono datate 1938-1939.Aïvanhov, sulla scia del suo Maestro Peter Deunov, interpreta delle Parabole del Vangelo per spiegarne i significati esoterici e simbolici alla luce della scienza iniziatica.Negli antichi trattati di alchimia il processo della trasformazione della materia vile in oro dava, per ogni tappa d’esperienza, l’operazione necessaria per prepararsi e predisporsi alla realizzazione dell’Opera. Osserviamo lo stesso fenomeno nella metamorfosi del bruco in farfalla, dove il ritiro nel bozzolo precede all’esplosione di forma e colore che si librano nell’aria; e nel perpetuo rinnovarsi primaverile sempre alimentato dal gelido silenzio invernale.
Sono tutte immagini spontanee che richiamano quella che più ci riguarda: la nostra evoluzione da creatura incosciente, condannata per ignoranza alla dipendenza, a individuo pienamente consapevole della propria completezza di essere umano ed entità divina. Consapevolezza che guadagna una libertà prima assolutamente inconcepibile.Il passaggio attraverso la fase separazione chiusura cottura segna il momento della morte, unico veicolo possibile per sorgere a nuova vita.Come attraversare questo passaggio, con quali conoscenze e con quali forze, oltre la fiducia, la speranza, l’entusiasmo o la gioia di vivere, quando queste ci assistono?La mano del Sapiente Tessitore coglie il filo lanciato dalla Natura per legarlo al più profondo significato celato nel Testo Sacro: la lotta fra il Bene e il Male è persa in partenza se non si scopre il segreto che li unisce tanto strettamente da confonderli pure l’uno nell’altro; cosicché, nella parabola, alla lotta si sostituisce lo sforzo creativo della costruttività. Continua...

 
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17 APRILE 2019 MILANO - CELEBRAZIONE EQUINOZIO DI PRIMAVERA E MEDITAZIONE DELLA PASQUA
13 - 14 APRILE CANTAGALLO (PO) - TEMPIO INTERIORE - SEMINARIO DI DANZA SUFI
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02 APRILE 2019 MILANO - IL POTERE DELL INTUIZIONE
14 APRILE 2019 MILANO - IMPARIAMO AD INTERPRETARE SEGNI E COINCIDENZE - CON GIAN MARCO BRAGADIN
05 APRILE 2019 PERUGIA - MEDITAZIONE E ARTE
25 - 28 APRILE 2019 GROSSETO - SEMINARIO DI ASCOLTO DI SE CON IL RESPIRO
27 APRILE 2019 FIRENZE - HO OPONOPONO IL SEGRETO HAWAIANO
27 - 28 APRILE 2019 MONTELUPO FIORENTINO - CORSO DI COSTELLAZIONI FAMILIARI E SISTEMICHE
25 - 26 - 27 - 28 APRILE 2019 BELLARIA IGEA MARINA (RN) - OSHOFESTIVAL 2019
06 APRILE 2019 ROMA - TRA LUCE E OMBRA - SEMINARIO ESPERIENZIALE
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