di Paolo Quircio
Prima di parlare dei Mantra, sarà utile, almeno per chi non abbia già almeno un’infarinatura di Yoga e Vedanta, fornire al lettore alcune informazioni utili a capire meglio cos’è un Mantra, come è strutturato, quali sono i tipi di Mantra, perché è così importante e onnipresente nella pratica dello Yoga e che uso ha nella Meditazione.
I Mantra, sotto varie forme, esistono in molte vie spirituali e religiose, si pensi all’Amen o al Kyrie, ma forse solo nelle filosofie spirituali Indiane e negli altri percorsi che provengono da questa parte del mondo, come il Buddhismo o lo Zen, ha assunto una completezza tale da diventare una vera e propria scienza, oltre che una branca del Raja Yoga, il Mantra Yoga, appunto.
Vorrei brevemente sottolineare il fatto che i nomi ‘India’ e ‘Induismo’ sono, in realtà, estranei all’India, essendo stati creati dai primi viaggiatori provenienti dall’Occidente. Essi erano giunti sulle sponde del fiume Indo, che allora si chiamava Sindhu, e che attualmente scorre per quasi tutto il suo corso in Pakistan, pur nascendo nel versante indiano dell’Himalaya. Quindi, tutto ciò che era aldilà del fiume venne chiamato India e, di conseguenza, le genti che lì vivevano, Indiani, e la loro religione, Induismo. In effetti, gli ‘Indiani’ chiamano la loro terra Bharatavarsha, la terra dei discendenti di Bharata, grande re leggendario, e la loro religione Sanatana Dharma, l’antica via.
Antica perché precede la venuta dell’uomo sulla Terra, è sempre esistita, via, perché non ha dogmi, né profeti, né obblighi, ma solo insegnamenti spirituali atti ad elevare gli individui verso la fonte divina originale, quella da cui noi tutti proveniamo e, soprattutto, a condurli fino a Moksha, la liberazione dal ciclo di nascite e morti. Nell’ambito del Sanatana Dharma, esistono sei scuole riconosciute, o meglio, sei Darshana, visioni, punti di vista, perché, anche se realtà, Sat, è e non può essere che una e immutabile, i modi per accostarsi ad essa sono molti, e le Darshana rappresentano i sei principali sistemi epistemologici e gnoseologici.
Le sei Darshana e i Rishi, i saggi veggenti, che le hanno codificate nelle forme che oggi conosciamo, sono: Samkhya, del saggio Kapila; Yoga, messo in forma compiuta da Sri Patanjali nel suo testo ‘Raja Yoga Sutra’; Vaisheshika, esposta dal Rishi Kanada; Nyaya, basata sui Nyaya Sutra di Akshapada Gautama; Purvamimamsa, basata sui Mimamsa Sutra di Jainini, e Uttaramimamsa, meglio noto come Advaita Vedanta, che si fonda sul Brahma Sutra Karika, il commentario dei Brahma Sutra ad opera di Badarayana, e in seguito perfezionata e diffusa dal grande Rishi Adi Shankaracharya. Le due Darshana di cui ci occupiamo sono lo Yoga di Patanjali e l’Advaita Vedanta di Shankara. Continua...