Si poteva chiudere, liquidare, esaurire e relegare “l’esperienza battiatica” dentro un solo volume disegnato?
Soprattutto dopo aver compreso di aver a che fare non solo con un cantante geniale ma con un universo da esplorare?
Ed esplorando-esplorando, si poteva ignorare lasciar cadere il fatto che fosse anche pittore e regista?
No che non si poteva! Un’opera(zione) che intende sondare queste due dimensioni del nostro.
Perché, fan storici a parte, nessuno poteva sospettare che Battiato, dal 1993 in poi, ogni tanto entrava nel suo studiolo trafitto di luce, tra tele, colori e pennelli, indossava un camice bianco e si trasformava magicamente in Süphan Barzani!
Idem per il Battiato che un giorno, forse stanco di dover concentrare suggestioni e racconti in canzoni di soli 3 minuti, decide di mettersi dietro la macchina da presa e comincia a spaziare in assoluta libertà nei 90 minuti ariosi di un film o nei tempi ancor più dilatati di un’opera teatrale.
Prefazione di Guidalberto Bormolini.