Lo Zen è nello stesso tempo libertà assoluta e immersione nell'immediato. Una doppia sfida di cui si troveranno qui le prime indicazioni pratiche.

La calligrafia giapponese è una delle maggiori forme di espressione artistica dell'Estremo Oriente, base e fondamento della pittura. Per la prima volta un maestro di calligrafia giapponese svela i segreti di quest'arte e la rende pienamente accessibile agli “occidentali”, grazie alla sua lunga pratica di insegnamento. Su un foglio bianco di carta di riso si stende con un pennello l'inchiostro nero SUMI: linee morbide e forti, eleganti ed energiche che riempiono lo spazio vuoto. I gesti del calligrafo sono immediati, ritmati e perfetti, senza correzioni e ritocchi.

Tra Buddhismo e Taoismo, la Cerimonia del Tè è un’esperienza che consente di cogliere l’atmosfera di un’intera civiltà. In pochi e brevi gesti legati a quel caldo infuso è celato il segreto per conoscere la Bellezza e per realizzare la Perfezione.

Attraverso una serie di domande e risposte, l'Autore evoca vent'anni di esperienze personali e di pratica quotidiana. Come sottolinea Arnaud Desjardins nella sua prefazione, egli ci parla di "uno Zen particolarmente sobrio, spoglio e soprattutto fedele alla tradizione degli antichi maestri".

L'Anello della Via non ha inizio né fine: è la ripetizione dell'esperienza vissuta qui e ora, che reca in sé l'eternità. Sono parole di una maestro zen trasmesse di patriarca in patriarca, al di là del tempo e del mondo fenomenico, al di là del pensiero e del non-pensiero.

Percorrere la Via dello Zen significa spezzare l'io nei suoi componenti per riunirli in una modalità nuova - più consona alla vera essenza dell'uomo - dove paura e disagio sono superati nella "pienezza del cuore".

L'Autore ci insegna che solo attraverso una disciplina severa - interiore ed esteriore - si può sperare di giungere al satori, quella folgorante intuizione che è il fine ultimo dello Zen.

Il maestro Soshitsu Sen XV è il depositario di questa splendida arte giapponese: questo suo libro non mira tanto a far conoscere la tecnica del Chado quanto a farne comprendere lo spirito, così da realizzare in sé quell'armonia universale che fa dire a un monaco cinese della dinastia T'ang: "Mi cibo di legno, mi vesto d'erba, ma chiaro ho il cuore come la luna…".

Il fascino che lo Zen esercita su noi occidentali è da attribuirsi senz'altro alla sua capacità di offrire una pronta risposta alle inquietudini dell'essere umano. Il volume raccoglie e accosta liberamente "il meglio" dello Zen, dall'aneddoto alla battuta fulminante, dal dialogo al componimento poetico soffuso di delicato lirismo.

Entrare in questa Via significa obbligare il discepolo a ritrovare il suo essere profondo e mettere all'opera dentro di lui le quattro virtù che sono l'essenza stessa del Tè: Armonia, Rispetto, Purezza e Serenità nell'attività. Sono queste quattro virtù che il discepolo deve acquistare ed integrare in sé, non soltanto al momento di una cerimonia del tè, ma nella vita di tutti i giorni.

Provvedere al cibo, cucinare e rigovernare per un intero monastero, che è l’insieme dei compiti spettanti al Tenzo (il monaco preposto a quelle incombenze), tali attività, insomma, sono solo un noioso interludio nella pratica zen al quale un monaco si sottopone per ragioni varie (prestigio della carica, necessità oggettive, ecc.) o possono essere esse stesse la meditazione?

I rapporti tra lo Zen e la vita quotidiana, e dunque il comportamento umano alla luce degli elementi che solo una pratica assidua dello zazen può fornire. Sono elementi trasmessi tradizionalmente da maestro a discepolo di generazione in generazione, conservati dall’osservazione e affinati nel tempo.

Joshu appare come una delle figure più controverse e imbarazzanti, ma anche delle più ammirate e venerate, nel pantheon dello Zen. I 458 aforismi e Koan che compongono i suoi ‘detti’ godono di una fama insuperata tra gli scritti dello Zen cinese.