La meditazione è il grande contributo che l'Oriente ha fornito all'umanità. Stress, alienazione, solitudine e depressione spingono l'uomo sempre più lontano dal suo centro, dalla sua autentica natura divina e unica. Ecco che le pratiche di meditazione lo riportano all'interno, lì dove la mente non arriva. Meditare non significa concentrarsi su una cosa. Anzi la concentrazione impedisce alla meditazione di fiorire. Meditare significa tornare a casa, trovare la gioia e la quiete del bambino che vive tutti gli attimi dell'esistenza come se non avessero mai fine. E' la gioia di essere, qui e ora. Perchè solo il presente esiste: il passato è gia passato, il futuro deve ancora arrivare... Solo dove la mente è assente si diventa consapevoli per la prima volta di noi stessi e della gioia di essere.

Il libro è il sincero resoconto di una reale sperimentazione comunitaria nella comunità inglese di Sharpham, che ha portato l'autrice all'esperienza della comunicazione non violenta del Community Building.

L'"ascolto attivo" e l'"ascolto empatico", che costituiscono l'optimum dell'ascolto relazionale, rappresentano l'inizio di quell'ascolto profondo di sé che spalanca le porte della meditazione. Un libro da regalare a chi non vi ascolta e da regalarvi per gustare l'arte di ascoltare.

Accanto alle misteriose meditazioni del "senza segno" e del "senza nome", troviamo le meditazioni più domestiche dello spazzolino da denti, della pietruzza e dell'alberello, dello stornello, e il samu, la pratica della casalinga.

Questo libro, un classico sulla meditazione zen, raccoglie vari testi in cui Uchiyama spiega la pratica della meditazione, il significato dello zazen e del sé nella tradizione soto, racconta le sue esperienze personali e risponde a una domanda essenziale: come unire la pratica zen e la vita quotidiana in una espressione fresca e originale della forza vitale.

Il testo raccoglie una serie di proposte, idee e provocazioni per dedicare un intero week-end a una meditazione specifica, praticata in uno spirito anarchico di gruppo, comunitario e solitario nello stesso tempo

La vita è un flusso di eterne energie a cui essere presenti per capire che anche noi siamo senza inizio e senza fine, come la vita e come la saggezza. E le sofferenze? Le sofferenze sono opportunità.

Nessun dogmatismo, ma libertà di sperimentare: "La consapevolezza non si può definire un metodo. è piuttosto un aprire gli occhi, un risvegliarsi da un sogno. Solo questo, ma è tutto".

Un viaggio che inizia dalla concentrazione sul respiro e termina con la totale disidentificazione: "Non vi era nessun Edoardo Profumo che fosse mai nato e sarebbe mai morto. Vi era quest'immensa vita, questo profondissimo, insondabile oceano".

Abitare con se stessi, restare calmi, inattivi e silenziosi in una stanza, sedere in solitudine nella quiete di un bosco: ecco il segreto della vera felicità! Apprendere l'arte della meditazione significa compiere un lungo viaggio nella propria interiorità alla ricerca di quella sorgente di vita nuova che zampilla dentro di noi e della quale spesso smarriamo le tracce, tutti presi dall'incalzare della vita quotidiana. Solo attingendo alla fonte del nostro universo interiore potremo curare le nostre ferite, dominare le nostre stanchezze, recuperare energie positive da diffondere intorno a noi. In maniera diretta e spesso provocatoria, De Mello ci guida, con suggerimenti ed esercizi, verso una pratica sempre più consapevole della meditazione.

Partendo dall'attenzione alla nostra identificazione con il continuo gioco reattivo del mi piace - non mi piace, si gettano attraverso il lavoro interiore le basi della consapevolezza non giudicante, con i suoi frutti della pacificazione e dell'unione. Centrale in questo insegnamento è la coltivazione dell'attenzione saggia e l'abbandono dell'attenzione non saggia, che non fa altro che alimentare i veleni dell'avversione e dell'attaccamento.

Proposte, idee e suggerimenti per stimolare l'applicazione della creatività, dell'arte, dell'amicizia e del gioco a meditazioni individuali e di gruppo, e a "serate meditative" che prendono a cuore ed elaborano importanti temi interiori. Dalla meditazione di compleanno al risveglio del fiume sacro, dalla distribuzione della luce alla festa finale.

L'autore ci racconta l'antico insegnamento tibetano dello Dzog-chen (la "grande perfezione") attraverso il ritorno a casa di Odisseo e la tragedia di Edipo. L'insegnamento è: massima apertura a qualsiasi esperienza, senza paure e senza aspettative. L'importante è il percorso, fatto di un momento dopo l'altro, non il punto di arrivo.

Lo Zen è nello stesso tempo libertà assoluta e immersione nell'immediato. Una doppia sfida di cui si troveranno qui le prime indicazioni pratiche.