Azzardai un giorno in sua presenza un’osservazione a questo proposito: "Insomma, Monsieur, la cucina potrebbe essere una branca della medicina?" Domanda che mi attirò la risposta "No, medicina branca della cucina."

Amare e vivere sono sinonimi. E' per questo che si tenta il gioco dell'amore: ci tiene impegnati. Ma non si va veramente in profondità. La gente se ne tiene fuori perché, se entrasse davvero nella dimensione dell'amore, l'ego scomparirebbe. A quel punto tu non ci saresti più: a quel punto esiste Dio...

L'autore ha avuto la necessità di riferirsi a contenuti diversi dalla cultura accademica per cercare di orientarsi e per comprendere le dinamiche di comportamento che pazienti sempre più numerosi proponevano alla sua attenzione. In risposta a tale bisogno, ha raccolto il materiale al quale ha saputo accedere e, ricercando in esso, ha tentato di mettere ordine e fare sintesi nel suo pensiero fra i diversi approcci con i quali sono attualmente spiegate le modalità di essere, di funzionare e di evolvere dell'uomo.

La traduzione del testo è seguita dalla trascrizione del commento orale trasmesso a Giuseppe Baronetto dal Lama Randröl Nelgyor, un maestro tibetano della tradizione dzogchen.

Gli autori ripropongono questa storia con una serie di dipinti essenziali e poetici che sono stati eseguiti nel Dojo zen di Tubinga ove sono attualmente esposti. Le riflessioni che seguono traspongo l’insegnamento delle antiche tradizioni orientali nella nostra vita quotidiana di donne e uomini del XXI secolo.

In questo libro vengono illustrati gli intrecci complessi che danno vita e forma all’amore ideale verso Dio e ogni sua manifestazione, palesando con veemenza e intensità l’arduo sentiero che attraverso lo spirito, e che da esso è attraversato, per giungere alla Verità Suprema, quella divina.

Se ci compenetriamo di scienza dello spirito, andiamo incontro in modo cosciente ad un futuro diretto, con intensità sempre crescente, verso le più alte, vere e belle mete dell'umanità.

Alcuni, pensando che queste storie siano fiabe per bambini, saranno sorpresi dal fatto che il ‘maestro’ le ha scritte non solo per i bambini ma anche per gli adulti. Ho presenti i suoi discorsi di Dharma in cui, per venti minuti abbondanti, Thâi parla esclusivamente ai bambini, ma attraverso le cose che dice ai bambini parla anche agli adulti. Questo permette agli adulti di vedere le cose con la gioiosa semplicità dei bambini.

La comprensione dei vissuti è il risultato di un preciso lavoro su di sé aiutato da un'intelligenza cosciente che si definisce Educatore di Libertà e che giunge da altra dimensione.

Da un estratto del libro: Non posso essere “io” visto che il mio io ego sé cosciente eccetera se ne è andato, inghiottito dalle increspature ghiacciate del lago che l’ha risucchiato. Il lago dell’inconscio pieno di spazzatura e di rifiuti di ogni genere, censure che hanno bloccato emozioni e sensazioni scomode, ne hanno fatto un fagotto stretto e buttato nell’acqua. Oppure il lago dove si annida profondo il nostro sé divino, la particella consapevole che ci unisce con la coscienza cosmica, e chissà se è vero.

Il cammino astrologico si distingue per la sua originalità e si differenzia da tutti gli altri perché parte da una base specifica ben precisa: la posizione delle stelle alla nostra nascita. Utilizzare le conoscenze astrologiche per indagare sulla “via” che si presenta davanti a ciascuno di noi al momento della nascita ci aiuta a delineare il nostro destino karmico e a percorrerlo con maggiore chiarezza, attraverso esempi illustri nei quali possiamo identificarci.

Le parole dei Maestri sono conoscenza. Possono aiutarci a procedere, dalla coscienza di qualcosa alla percezione diretta della realtà del Sé. Possono rivelarci che la trascendenza non è un concetto, ma un vissuto. Appartengono a quell'altopiano senza strade in cui non splende che la verità. Scopriremo che le loro parole sono straordinariamente simili, perché la verità è straordinariamente semplice.

Le parole dei Maestri possono rivelarci che la trascendenza non è un concetto, ma un vissuto.  Appartengono a quell'altopiano senza strade in cui non splende che la verità. Scopriremo che le loro parole sono straordinariamente simili, perché la verità è straordinariamente semplice. Esse non provengono dal regno della dualità, non sono opinioni, non si riferiscono più a "punti di vista". Le loro parole sono conoscenza.